Postiglione: Arma, decreto di sequestro

   Nella mattinata odierna, in Postiglione (Sa), i Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Salerno, hanno proceduto all’esecuzione di decreto di sequestro, ai sensi della normativa antimafia in materia di misure di prevenzione, emesso in data 20 dicembre  2010 dal Tribunale di Salerno Sezione delle Misure di Prevenzione a seguito di proposta avanzata dal P.M. dr. Antonio Centore, nei confronti di Onnembo  Pasquale  nato a Postiglione (SA)  il 25.11.1958, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Roma-Rebibbia, nonchè dei suoi familiari Onnembo Amedeo nato a Postiglione (SA) il 07.04.1935 ivi residente, Antoniello Teresa nata a Serre (SA) il 01.08.1934, residente a Postiglione (SA), Onnembo Patrizia nata a Postiglione (SA) il 18.04.1970 e residente a Campagna (SA). Con il decreto in esame è stato disposto il sequestro precauzionale dell’intero patrimonio accertato, mobiliare e immobiliare, da questi illecitamente accumulato consistente in 9 unità immobiliari,  tra le quali,  un’ allevamento di bufale nell’ordine di centinaia di capi. In merito, il capo clan Giovanni Maiale, classe 53, ora collaboratore di giustizia, tra gli altri, ha riferito che buona parte dei proventi dell’attività estorsiva posta in essere dal suo gruppo, vennero reinvestiti nell’acquisto di alcune centinaia capi bufalini (circa 300) che andarono ad incrementare l’allevamento dell’Onnembo. All’atto dell’arresto del Maiale, quei capi restarono in possesso del sodale. Viene anche sequestrato un agriturismo realizzato attraverso l’erogazione di fondi pubblici. Infine il Tribunale di Salerno ha disposto anche il sequestro di:   1 impresa individuale; 35 terreni, 6 autoveicoli, 190 capi bufalini e 20 vitelli. E’ opportuno evidenziare che proprio sui terreni dove i componenti della famiglia Onnembo facevano pascolare i loro capi di bestiame, Pasquale Onnembo provvide ad occultare i corpi di Montagna Marcello, Monti Salvatore e Lano Nicola, tutti appartenenti al gruppo di Mario Pepe operante nell’agro Nocerino Sarnese.  I predetti vennero attirati in un agguato e soppressi in Eboli (SA) nel febbraio 1991 per ordine di Carmine Alfieri. In data 14.11.1997, con sentenza della Corte di Assise di Appello di Salerno irrevocabile il 04.12.1998, Onnembo Pasquale veniva condannato alla pena della reclusione per anni 26 e mesi 6 ed alla misura di sicurezza della libertà vigilata per anni 3 per i delitti di omicidio continuato in concorso art. 110-575 Cod. Pen. (commesso in Eboli il 08.02.1991 in pregiudizio di Montagna Marcello, Monti Salvatore e Lano Nicola), detenzione illegale di armi e munizioni continuata in concorso, soppressione di cadavere continuata in concorso, commesso quest’ultimo in Sicignano degli Alburni. Onnembo Pasquale si preoccupò di occultare i cadaveri di Montagna, Lano e Monti. Dopo il triplice omicidio in danno dei medesimi, Adelizzi Giuseppe e Marotta Cosimo misero i cadaveri in macchina e si avviarono verso il ponte sul Sele dove trovarono l’Onnembo che li aspettava con una Renault 4 e li condusse in un luogo per la sepoltura. Adelizzi e Marotta erano su un’auto e dietro di loro c’era un’altra auto con a bordo Di Lorenzo Gaetano, Del Vecchio Pietro e Corrado Agostino, con le armi. Giunti in un posto isolato con uno steccato per il pascolo dei bovini, tutti insieme scavarono una fossa e vi seppellirono i cadaveri. Tutti i compartecipi presenti a bordo di due autovetture sulle quali erano state caricati i cadaveri delle tre vittime perché fossero seppellite ed, in tal modo, occultati, ovvero Adelizzi Giuseppe, Marotta Cosimo, Del Vecchio Pietro, Di Lorenzo Gaetano e Corrado Agostino, fornivano successivamente ampia confessione nell’ambito di un dettagliato racconto della vicenda. Dalle suddette dichiarazioni emerse evidente il contributo causale (previamente concordato) dato all’operazione di occultamento dei cadaveri da Onnembo Pasquale – che era stato già informato in precedenza ed era quindi pienamente consapevole sin dall’inizio dell’attività omicidiaria che sarebbe stata compiuta e si rese disponibile a condurre il gruppo verso il luogo, da lui stesso scelto, per il seppellimento. Successivamente si rese necessario provvedere allo spostamento dei tre cadaveri di Montagna, Monti e Lano. Se ne occuparono Maiale Damiano (nipote del capoclan Maiale Giovanni), il fratello e il padre di Onnembo Pasquale, questi ultimi in quanto conoscitori della zona, aiutati da Selvino Pietro e Rega Cosimo, affiliati del Clan Tempesta di Angri. L’azione si rese necessaria a seguito della collaborazione di Marotta Cosimo, che conosceva il luogo ove erano occultati i corpi ed avrebbe potuto indicarlo agli inquirenti. Tale spostamento fu ordinato da Maiale Giovanni che incaricò Onnembo Pasquale, detenuto con il gruppo e conoscitore della zona, dicendogli di coinvolgere il fratello Carlo Alberto, che, essendo pastore, era l’unico, insieme al padre Amedeo, a poter individuare il luogo ove erano sepolti i cadaveri. Onnembo Pasquale, quindi, in occasione di un colloquio con il fratello, fornì a quest’ultimo tutte le indicazioni per trovare il posto. Tuttavia tale operazione di rimozione e definitivo occultamento dei cadaveri, non riuscì perfettamente in quanto la frantumazione dei corpi, conseguenza del loro stato di decomposizione, fece sì che alcuni resti ossei rimanessero nella fossa ove i corpi originariamente erano stati seppelliti, rendendo quindi possibile il rinvenimento di tali resti e l’esame comparativo del DNA che consentiva di accertare che lo stesso corrispondeva a quello dei corpi appartenuti in vita a Montagna, Lano e Monti. Va altresì rilevato che Onnembo Pasquale già in precedenza, prima dell’avvento in posizione egemone della confederazione camorristica nota come Nuova Famiglia (che nell’area geocriminale della Piana del Sele era rappresentata dal Clan Maiale), aveva attivamente militato in altra organizzazione di stampo camorristico, capeggiata dal noto capo clan Cosimo D’Andrea e facente riferimento alla contrapposta confederazione nota come N.C.O.  Per meglio delineare la personalità criminale di Onnembo Pasquale è utile citare anche le altre condanne che lo stesso ha riportato:

·         in data 04.12.2001, con sentenza del Tribunale di Salerno irrevocabile il 03.06.2002, Onnembo Pasquale veniva condannato per detenzione illegale continuata in concorso di armi e munizioni (un fucile cal. 12) aggravata dall’art.7 D.L. 13.05.1991 n.152;

·         in data 07.01.2002, con provvedimento del Procuratore Generale della Repubblica di Salerno, veniva disposto nei confronti di Onnembo Pasquale il cumulo delle pene inflitte con i provvedimenti 17.02.1989 della Corte di Appello di Salerno; 21.12.1994 della Corte di Appello di Salerno; 14.11.1997 della Corte di Assise di Appello di Salerno con conseguente determinazione della complessiva pena da espiare in quella della reclusione per anni 30;

·         in data 14.02.2005, con sentenza della Corte di Assise di Appello di Salerno irrevocabile il 01.04.2005, in parziale riforma della sentenza emessa in data 22.05.2003 dalla Corte di Assise di Salerno, Onnembo Pasquale veniva condannato per i delitti di porto e detenzione illegale continuata in concorso delle armi e munizioni utilizzate per commettere in data 12.01.1991 l’omicidio di Marandino Aurelio;

·         in data 31.03.2006, con sentenza della Corte di Appello di Salerno irrevocabile il 15.05.2006 che confermava la sentenza emessa in data 08.10.2004 dal Tribunale di Salerno, Onnembo Pasquale veniva condannato alla pena della reclusione per i delitti di ricettazione continuata in concorso e porto e detenzione illegale continuata in concorso di armi e munizioni (n. 15 fucili Spas, pistole semiautomatiche e revolver) commessi dal 1990 e fino al 1991 in Postiglione e dal 1991 e fino al 1992 in Eboli;

·         in data 26.10.2007 la Seconda Sezione del Tribunale di Salerno condannava Onnembo Pasquale per il delitto di estorsione continuata in concorso in relazione all’attività estorsiva realizzata in pregiudizio dell’impresa Astaldi, all’epoca impegnata  nella realizzazione di una condotta idrica in agro dei comuni di Postiglione, Contursi, Sicignano degli Alburni e Petina fatti accaduti nel 1991. Per questa vicenda, pende appello. L’attività  che ha portato all’emissione del provvedimento conservativo – cautelare si inquadra in una più ampia azione di contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata di matrice camorristica nella provincia di Salerno  intrapresa a suo tempo nell’ambito dell’attività investigativa, convenzionalmente denominata “California”,  sviluppata dalla Sezione Anticrimine Carabinieri di Salerno negli anni 1993-1997, finalizzata alla disarticolazione del clan “Maiale” di Eboli. La confisca dei beni operata stamane si inserisce pienamente nel solco delle priorità dettate dal Dr Roberti già all’atto del suo insediamento alla guida della Procura salernitana. In cima alle priorità del suo Ufficio, il Procuratore, indicò, appunto, le attività finalizzate a  “….colpire al cuore i tesori della camorra-impresa..”.

 

 

 

Un pensiero su “Postiglione: Arma, decreto di sequestro

  1. IO sono di postiglione e conosco la famiglia onnembo.Sono contento per questo sequestro ma c’è ancora molto da fare per ripulire il nostro bel paese.

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