Fisciano: crisi Cstp, Gioia lancia appello Comuni soci inadempienti
Ormai manca poco. La data del 28 febbraio si avvicina e con essa lo spettro del fallimento aziendale che significherebbe la perdita di oltre 500 posti di lavoro. E’ questo il grande rischio che sta correndo il Cstp, l’azienda di trasporti pubblici salernitani, che attende ancora le delibere di ricapitalizzazione di alcuni Comuni soci, ad oggi, ancora inadempienti. Un primo campanello d’allarme è stato suonato alcune settimane fa dall’assessore al bilancio del Comune di Fisciano, Franco Gioia, delegato del Comune di Fisciano alla partecipazione delle assemblee societarie del Cstp. L’amministratore locale, dopo l’ennesimo appello lanciato dal collega di Salerno, l’assessore comunale alla mobilità, Luca Cascone, ritorna sull’argomento per evidenziare il momento di criticità che l’azienda di trasporti pubblici sta vivendo, indicando con ancora più convinzione la necessità di un intervento immediato da parte degli enti locali per evitare il peggio. “Alcune settimane fa – racconta Gioia – alcuni colleghi mi invitarono a inviare una bozza della ricapitalizzazione, che ho provveduto io stesso a indirizzare agli amministratori degli enti in ritardo esponendo modalità e tempi di esecuzione del provvedimento. Oggi, con stupore apprendo che ci sono ancora enti che non hanno emesso questo provvedimento che risulta di vitale importanza per il salvataggio del Cstp”. Il 28 febbraio scade il termine per assolvere tutti gli adempimenti amministrativi necessari per consentire il ripiano delle perdite aziendali e la ricostituzione del capitale sociale nella misura di un milione e 250mila euro. Nella stessa data, come ha ricordato il presidente del Cstp Mario Santocchio, scade il termine ultimo per la sottoscrizione dell’aumento di capitale e la copertura della perdita residua. Del resto la presentazione del piano concordatario, da presentare entro il prossimo 22 febbraio secondo le intenzioni manifestate dalla società, è subordinata proprio all’aumento del capitale e al contestuale aumento del sovrapprezzo. “I Comuni inadempienti sono in grave ritardo – spiega ancora Gioia – Dopo l’invio della bozza di delibera presentata da Fisciano, auspicavo che anche gli altri Comuni seguissero le indicazioni fornite all’interno del provvedimento. Invece, sia la Provincia, che detiene il 26% delle quote e non ha nemmeno convocato il consiglio per discutere di questo argomento, che i Comuni di Pontecagnano, Pellezzano, Siano, Castel San Giorgio, san Marzano e Mercato San Severino non hanno ancora ricapitalizzato. Per non parlare di Nocera Superiore e Pagani, che già da tempo hanno annunciato di non versare i soldi”. Da Fisciano si registra la massima apertura a ogni forma di dialogo e l’invito, ancora una volta, è orientato in direzione di fare affidamento a un’azione di responsabilità e di coerenza per impedire che i sacrifici fatti sinora risultino vani. Tra questi si ricorda anche il grande senso di attaccamento all’azienda mostrato dai dipendenti che hanno votato in maggioranza “si” al referendum che ha portato a una decurtazione della loro busta paga.