Apicella-Greco: da Via Palizzi a Why Not
Nel corso della seconda udienza dinnanzi al CSM il procuratore della repubblica di Salerno Luigi Apicella ha colto tutti di sorpresa e si è avvalso della facoltà di “non rispondere” assistito dal suo avvocato Stefano Racheli (sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Roma). La motivazione del silenzio è complessa e dal chiaro “colore politico”; Ugo Bergamo (presidente della prima commissione del CSM), ad audizione finita, ha spiegato che: “Il procuratore di Salerno ha ritenuto di non conoscere a sufficienza gli elementi con i quali è stata avviata la procedura di trasferimento d’ufficio e ha ritenuto di non fare alcuna dichiarazione”. Abilissima la mossa di Apicella che così non scontenta nessuna corrente del CSM ma pone all’attenzione dello stesso organismo un lungo e corposo memoriale intendendo con esso ricostruire tutta la vicenda che ha portato la Procura di Salerno al blitz del 5 dicembre scorso presso gli uffici giudiziari di Catanzaro con sequestri e perquisizioni estesi anche alle abitazioni di alcuni magistrati. Del resto l’abilità del procuratore Apicella di sapersi destreggiare tra regolamenti e correnti ormai arcinota, la sua lunghissima permanenza in magistratura e la capacità di trattare casi giudiziari complicatissimi fanno di questo magistrato uno dei più quotati non solo nella circoscrizione giudiziaria salernitana; e tutto questo il CSM lo sa ed a giusta ragione rispetta l’uomo e il personaggio Apicella. Nel corposo memoriale il buon Apicella tesse le lodi dei suoi sostituti (poteva fare diversamente!!) e para eventuali colpi a sorpresa anche nei riguardi della polizia giudiziaria che, materialmente, ha eseguito sequestri e perquisizioni. Tutto ciò, comunque, non impedisce al CSM di proseguire con la pratica di “trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale” che dovrebbe concludersi nel giro di qualche mese anche in considerazione del fatto che Apicella dovrebbe ufficialmente lasciare l’incarico di procuratore capo nella prossima primavera per raggiunti limiti e che già sono iniziate le manovre per la sua sostituzione. Naturale sostituto sembra essere Alfredo Greco (che in questi giorni ha lasciato il posto di procuratore capo di Vallo della Lucania a Giancarlo Grippo), proprio colui che più di tutti qualche anno fa aveva sollecitato le alte sfere romane per propugnare la giusta causa pro Apicella come successore di quel Gelsomino Cornetta vittima di inquietanti congiure di palazzo, prima e dopo il suo arrivo a Salerno da Potenza. L’amicizia tra i due procuratori è datata e con il passare del tempo si è sempre più consolidata. Oltre venti anni fa salirono, insieme, agli onori della cronaca per l’indagine su Via Palizzi n.1 di Napoli e per una tranche dell’inchiesta per la morte di Giancarlo Siani (cronista de “Il Mattino”). Via Palizzi ha rappresentato una pietra miliare per tantissime altre inchieste sui rapporti tra istituzioni-politici-imprenditori-giudici e malavita organizzata che attraverso anche l’Hotel Belvedere (sulle pendici del Vesuvio) provocarono uno sconquasso giudiziario irripetibile con l’arresto di alcuni magistrati tra i quali va ricordato Armando Cono Lancuba (deceduto da qualche anno) per finire ad Alfonso Lamberti. In Via Palizzi n.1 c’era una casa, retta da una maitresse, dove si davano appuntamento uomini prestigiosi delle istituzioni e dove passavano anche i grandi “assi di bastone” delle famiglie malavitose della Campania. In quella casa fu pizzicato anche Arcibaldo Miller (uno dei più noti pm napoletani ed oggi capo dei super ispettori del ministero della giustizia); dopo una lunga indagine Apicella e Greco chiesero ed ottennero l’assoluzione del loro collega, del resto Miller era andato in quella casa solo per quanlche appuntamento galante. Chi forse scoprì ciò che realmente avveniva in quella casa e nell’Hotel Belvedere fu Giancarlo Siani, ma non fece in tempo a raccontarlo e fu ucciso dalla camorra. Oggi è Arcibaldo Miller (da capo degli ispettori) che tiene in mano le sorti del procuratore Apicella e, forse, anche quelle di Alfredo Greco che al momento potrebbe essere l’unico in grado di garantire equilibrio e riservatezza nella procura della repubblica di Salerno.
Le cose che Bianchini racconta mettono i brividi… davvero.
Nessuna meraviglia se, poi, ci siamo di nuovo trovati immersi nella cioccolata fino al collo. Intanto un giovane cronista ha pagato con la vita il suo attaccamento al lavoro.
A Bianchini vorrei solo chiedere se egli pensa che quel sacrificio sia stato da esempio agli altri e se ce ne usciremo mai da tutto questo groviglio di fatti e personaggi “chiarissimi”.