Alcune verità sulla Linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro

 

 

La parola “fine”, sulla linea Sicignano-Lagonegro, non può scriverla né la Giunta né il Consiglio Regionale della Campania, per un motivo molto semplice, ribadito anche nella risposta del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti all’interrogazione parlamentare dell’On. Gianni Mancuso, di Novara. Infatti nella risposta si legge testualmente:”….All’atto del passaggio di consegna al Ministero delle Infrastrutture della documentazione relativa al finanziamento in corso,avvenuta il 6 giugno 2007, si era in attesa di ricevere dalla Provincia  di Salerno e da RFI S.p.A.(proprietaria della linea) le informazioni richieste e più volte sollecitate nel corso dei mesi successivi relativamente ai risultati dello Studio di fattibilità del collegamento ferroviario Sicignano degli Alburni-Lagonegro. Ad oggi, non è stato reso noto da parte della Provincia interessata lo studio suddetto né è stata trasmessa altra documentazione utile nella quale siano contenuti elementi di certezza relativamente sia alla qualità tecnica ed economica del Progetto che ai finanziamenti aggiuntivi necessari a darvi attuazione; pertanto, non è stato possibile formulare alcuna valutazione dell’opera e pervenire alla  stipula della richiamata Convenzione (tra Ministero delle  Infrastrutture  e RFI).  L’iter della procedura finalizzata all’erogazione del contributo statale (15 milionidi euro) risulterebbe pertanto interrotto proprio a causa del mancato reperimento da parte degli Enti Locali dei fondi aggiuntivi necessari a coprire il costo complessivo dell’opera al fine di garantirne la completa attuazione.” …. Da  tutto ciò risulta l’inutilità di un  tavolo tecnico permanente, con una miriade di Enti  che non “c’azzeccano per niente”, visto che il ripristino della linea, come è scritto nella risposta ministeriale, riguarda il Contratto di Programma-Parte investimenti, che viene stipulato ogni 3 anni tra il Ministero delle Infrastrutture ed RFI. Per risolvere la questione, che è solo di tipo economico, la Provincia di Salerno, vista l’assoluta volontà, ribadita più volte, della Regione Campania di non voler tirar fuori un quattrino per questa linea ferroviaria, non può far altro che pretendere che RFI tiri fuori il Progetto Esecutivo di ripristino, pagato dallo Stato 5 miliardi delle vecchie lire, con Delibera CIPE  n.249/97 del 18 dicembre 1997, lo aggiorni, e chiedere il cofinanziamento con i Fondi Europei, visto che si tratta di un’infrastruttura esistente, ovvero un’opera  immediatamente  cantierabile,  con ripristino fino a Casalbuono (SA), ovvero il tratto che interessa la Provincia di Salerno, come già riportato nello Studio Tecnico-economico per il ripristino della linea, redatto dalle Ferrovie dello Stato nel Febbraio 1999, in base alla Delibera CIPE sopra richiamata e che prevedeva la spesa di 61,8 miliardi delle vecchie lire e 12 mesi di lavori. La Provincia di Salerno ha speso decine di milioni di euro,presi dal suo bilancio, pur di completare, nel Cilento, la Variante alla SS 18, che era di competenza dell’Anas (Stato) come tutte le Strade Statali  in Italia. Faccia la stessa cosa per la linea ferroviaria del Vallo di Diano. 

Il Responsabile Settore Trasporti 

Dott.Rocco Panetta