Pdl: al Maschio Angioino, i Napoletani “Via la Iervolino”
Cadere…dal piedistallo dei puffi! Era inevitabile. Le sorti del primo cittadino partenopeo, Rosa Russo Iervolino, son state sempre inscindibilmente legate a quelle del governatore campano Antonio Bassolino. Già sindaco della città, ai tempi in cui il Vesuvio fumava azzurra allegria, per la vittoria ai mondiali, incoronando l’idolo argentino del momento, Diego Armando Maradona. E tutta Napoli urlava la sua voglia di calciare non solo il pallone di cuoio, ma anche le brutture che la sorte riserva a suo piacimento. Bassolino era un simbolo. Un po’ come l’allora goleador del cuore. Correvano gli anni ’90. Ed il sindaco sfilava per Napoli con tanto di rispetto, soprattutto da parte di quelle frange dei Quartieri Spagnoli, che lo appellavano amicalmente Totonno. E che non osavano, a volte, opporgli resistenza. Ma lui era destinato agli alti vertici del Partito, tra i quali all’epoca, Massimo D’Alema, lo incardinò. Il Ministero del Lavoro. Deputato e poi sostenitore dell’Ulivo prima, del Pd poi, Bassolino rientrò nella sua Napoli in seguito all’omicidio D’antona. Paura?! Era il ’99. L’anno successivo, l’escalation regionale. Ma le condanne non stentarono a presentarsi. Pessima gestione dei rifiuti poi, corruzione ed implicazioni illecite prima. In un caotico bailamme, la riconferma del governatorato regionale. Il tutto avveniva senza colpo ferire, sotto gli occhi della prima donna della politica italiana, se non altro per aver ricoperto l’ambito ruolo di Ministro dell’Interno nel 2001: Rosa Iervolino Russo. Che inizia una deturpazione dell’originaria identità democratica, culminata poi nel Pd. La sua stampella politica, Bassolino, sostegno costante nel guidare Napoli. Sindaco a furor di urne al primo mandato, tra notevoli incertezze il secondo. Sempre sotto braccio di Antonio, che non ha mai lasciato orfana la sua Rosetta, neanche nel momento in cui i rifiuti sono assurti a quell’affaire di rilevanza nazionale, conferendo alla Campania felix, la maglia nera della pessima gestione. Un altalenante susseguirsi di responsabilità, transitate per gli scanni anche di Palazzo San Giacomo e che hanno poi portato “la città del sole” allo stremo delle forze politiche. Ormai esangui. La Giunta di Rosetta viene smontata. Denigrata, colpevolizzata, annientata. Il rimpasto non serve a rimettere insieme i cocci di un’amministrazione che, come quella regionale, ormai affonda anche nel mare calmo. E Rosetta, barcolla insieme ad Antonio. I puffi non cadono mai da soli! Partito il conto alla rovescia per gli scadenzari elettorali, in un primo tempo Bassolino era stato proiettato addirittura verso scenari europei, il Pdl s’arma di fiocine ed attacca pubblicamente la Iervolino. Visibilmente i poster che sfidano il cielo, richiedono le sue dimissioni. Ma lei, su dettato del suo governatore, non molla. Lui ha sempre la mossa giusta da dettarle all’orecchio! Forse domani, dinanzi alla vetustà del Maschio Angioino, esiterà? Il panico irretirà anche lei, che ha cavalcato l’onda politica in anni in cui stare al Governo era un’arte? Gli 80 m. e le firme raccolte, tra i sornioni baffi di Garibaldi e il forte invito dei napoletani a riagguantare la propria città estromettendola, non la manderanno a casa. La fossa dei leoni l’affronterà ancora una volta a stretto gomito con Bassolino. Che acrobaticamente, riesce sempre a cavarsela, prima o poi!