Scuola sott’ occhio!

di Rita Occidente Lupo

Ordine e disciplina. In una scuola che non sa più come afferrare gli adolescenti. Nè come trattenere i giovani. Il bullismo continua a lanciare la sua sfida, mentre l’occhio del grande fratello sembrerebbe incombere per avvistare i malintenzionati e punire i rei di pessima disciplina. Padona docet. Il sei in condotta a 100 allievi del Liceo Einstein di Pieve, fa comprendere come quella della Gelmini sia stata una proposta ben gradita dallo staff docente. Almeno in chiave di condotta. Un tempo erano inconcepibili determinati atti d’insubordinazione. Il vecchio magister, doveva possedere quelle doti ben snocciolate da Quintiliano, nel saper imporre autorevolezza. Non autoritarismo. Dopo i Decreti Delegati, che hanno sfigurato la secondaria di primo grado, sfornendo ai docenti l’identikit della propria professionalità. Assistenti sociali e sociologi, baby sitter ed imbonitori di silenzio, progettisti ed animatori. Senza più l’assillo dei programmi. Questo in diverse platee a rischio, dove l’abbandono è prassi costante. Nella secondaria di secondo grado, invece, la moda dei telefonini. E dei video, mandati in rete, per esaltare le bravate anche dei più esibizionisti nei confronti dei più deboli. Le telecamere! Il Ministro MariaStella Gelmini è favorevole all’installazione delle telecamere negl’Istituti, come ulteriori secondini. Un modo per cercare di tenere sempre sotto controllo quei bulletti che spesso non sanno neanche da che parte cominciare per sentirsi grandi. Nella foga di crescere, il disordine dei valori. Lo sbandamento di un progresso che impone troppo spesso mode senza valori. Il sei in condotta pedagogico? Ad archiviare i ritardi del troppo sonno, le assenze filonate, le bravate irresponsabili? Qualcuno sostiene che sia terapeuticamente verga del bullismo. Ma qualche altro saluta volentieri il  cinque, per intimorire e tenere a freno gli scalpiti, spesso selvaggi, dell’età. Bene, le telecamere costeranno tanto! E la scuola ancora una volta giace senza fondi. I tagli sono stati il traino delle proteste che hanno scaraventato in strada incertezze e rancori di migliaia di studenti e docenti. Le telecamere, un mezzo. Un semplice strumento che in ogni caso può essere eluso, con i dovuti accorgimenti del caso. Ed allora il Ministro suggerisce d’incisivizzare l’azione pedagogico-didattica. Rinunciando all’accattivante informatica. Ma il problema è proprio questo. Esiste ancora una classe docente capace di trsmettere in termini di valori qualcosa? Ne ha voglia? Ne possiede? Un tempo si diceva che l’insegnamento fosse una missione. Come quella del medico. La maestrina dalla piuma rossa, fuggita dal libro Cuore, uno stinto ricordo!