Luigi Apicella: la TV lo affonda

Aldo Bianchini

Non sempre la TV è un buon affare, soprattutto per chi non possiede quel “quid” naturale per “bucare il video”. La TV, insomma, non è come un film luce o una settimana INCOM (di vecchia memoria); è vero che solo attraverso l’elettrodomestico più gettonato del mondo si ha la possibilità di entrare nel salotto di tutte le case, ma è anche vero che dopo esserci entrato bisogna sedersi in mezzo ai telespettatori e cercare di fermare la loro attenzione per convicerli che quanto si va dicendo è l’unica verità possibile. Da quì il successo e di conseguenza l’ascolto. Tutto questo i pur bravi Sandro Ruotolo e Michele Santoro non lo hanno spiegato all’ex procuratore della repubblica di Salerno dr. Luigi Apicella che è miseramente caduto nella micidiale trappola che la TV gli ha teso. Un’intervista condotta male da Ruotolo e resa ancora peggio da Apicella con quella sua dialettica tentennante e poco comprensibile. Santoro, a mio sindacabile giudizio, è stato deontologicamente scorretto nei riguardi di Apicella; doveva dirgli che quella intervista non poteva andare in onda perchè così com’era avrebbe reso un cattivo servizio all’alto magistrato. Ma a Santoro, probabilmente, interessava molto di più far rimbalzare il nome di Clemente Mastella che aiutare Apicella nella sua affannosa, e poco credibile, difesa dagli attacchi del CSM. E poi infilare quella intervista in chiusura di programma (oltre le ventitre), quando l’attenzione scema e la voglia di parlare anche, è stata la goccia che ha letteralmente affondato Luigi Apicella in un mare di delusione per l’occasione mancata. Sono stati cinque minuti (tanto è durata l’intervista) veramente penosi, quasi di tortura forzata per un uomo non avvezzo al mezzo televisivo  che andava, invece, aggredito, conquistato e sfruttato alla bisogna. Ma si sa, sono pochissimi quelli in grado di farlo e Apicella non è certamente tra questi. Probabilmente qualcuno lo aveva convinto che fosse necessario apparire in TV per conquistare molti punti di gradimento e la fiducia del pubblico, ha perso l’una e l’altra cosa; gli hanno spudoratamente mentito ed è stata la fine. Luigi Apicella da questa esperienza televisiva nazionale, Lui che è stato sempre restio anche alle tv locali, esce con le ossa rotte  e consente una immediata, secca e rabbiosa risposta a Clemente Mastella che con freddezza rimanda al mittente ogni accusa, rispetta le decisioni del Consiglio Superiore della Magistratura e si dichiara disponibile ad essere ascoltato direttamente dalla procura salernitana. Addirittura annuncia un superteste in grado di affermare che lo stesso De Magistris avrebbe, a suo tempo, avallato l’assoluzione decretata a suo favore dal GIP di Catanzaro. La palla passa alla procura di Salerno che se non vorrà avere una nuova caduta di credibilità dovrà forzatamente convocare Clemente Mastella. I giochi si accavalerranno ai giochi e la giustizia si allontanerà sempre di più.