Love is…
Un tuffo nel romanticismo, ogni tanto non guasta. Se non altro per bilanciare la cordata di violenza che a volte affligge i nostri giorni. Non solo nel clou dell’anno, in quello strategico giorno di San Valentino, ormai celebrato dagl’innamorati anche atipici. Infatti, quella ch’è la festa dell’amore tra due fidanzati, col passare del tempo è stata traslata. Ed ascritta anche a madre e figlio, amico ed amica, insomma un pasticcio. Love is…le vignette tutte cuoricini, che negli anni ’70 bombardarono muri e diari scolastici. I mille adesivi, venuti fuori dalla fantasia di Kim Grove, suo figlio ne brevettò poi il marchio, con i due che flirtavano ritratti in mille posture sdolcinate. Allacciati sotto l’ombrello, seduti al chiar di luna su una panchina, intenti a farsi gli occhi dolci tra gli svolazzi di Cupido. Un amore mielato, quello che in fondo ognuno sente nel proprio cuore, anche se difficilmente è disposto ad esternarlo. Che non arrugginisce nel tempo, quando marca autenticità. Semmai le abitudini, le eccessive confidenze, finiscono per fungere da deterrente, di un sentimento che non cessa di sprigionare adrenalina. E di rinvigorire, elettrizzare, euforizzare, a qualunue età. I catulliani eccessi, della passione amorosa, sono da tenere a bada. Affinchè non traducano gesti di mera violenza, imbrattanti la cronaca. La gelosia, quella che nei giorni scorsi ha incarnato il giovane assessore di Pagani, nei confonti della sua ex convivente, non ha spazio in love is… L’amore è…Quello che Erich Segal, a seguito del film con ben 7 nomination, di qui poi il suo strappalacrime ” Love story”, diceva “che significa non dover mai dire mi spiace”. Un’autentica storia d’amore, terminata con la morte leucemica della giovane Jennifer. La trama, per degli spaccati simile al nostro contemporaneo “Autumn in New York”. Anche qui, il cocente amore, perdura fino alla morte col cancro di Charlotte. Love is…un messaggio sulle felpe, sui jeans, sui giubbini. Tra mille cuoricini e tanti silenzi. Tra lacrimoni e cuoricini svolazzanti. Un lasciarsi andare allo sdolcinato, senza efferatezze, ogni tanto non guasterebbe ancora oggi. Al di là di San Valentino!