Cava de Tirreni: abusivismo, lettera al Ministro Matteoli
L’abusivismo a Cava de’Tirreni è un problema molto serio, che ha urgente bisogno di venire affrontato e risolto con adeguate strategie. Questo è un fatto.Rimane altresì chiaro che non si può più consentire ad alcuni cittadini – come ben sta facendo intendere il Sindaco Gravagnuolo – di ritenersi “padroni” della città ed a chiunque sia in grado di commettere un abuso di agire indisturbato e in dispregio delle leggi e, soprattutto, di quelle regole dell’honeste vivere puntualmente osservate dalla maggioranza dei cavesi. Dall’altra parte, l’abbiamo detto, il problema sussiste e non si può certo ignorare il fatto che molti degli abusi commessi sul nostro territorio siano i cosiddetti “abusi di necessità”: pure per questo appare quanto mai urgente trovare soluzione ad un problema fortemente caratterizzato anche da aspetti di rilevanza sociale, per non parlare poi di quelli rappresentati dalla impossibilità di esercitare regolarmente un’attività commerciale, di ristorazione, ecc. In tal senso, perciò, non è più accettabile il silenzio del Governo e, in particolare, del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, On. Altero Matteoli, il quale, sinora, ha sostanzialmente ignorato il nostro annoso e delicato problema che, in qualità di Presidente della Commissione Urbanistica (e, dunque, in rappresentanza dell’intero Consiglio Comunale), gli ho sottoposto ormai più di sei mesi fa, inviandogli una lettera raccomandata (n. 13610823852-4 del 15.07.2008) dove, anche per quanto concordato con i colleghi della minoranza, si chiedevano all’On. Signor Ministro chiarimenti e possibili soluzioni in merito all’indiscriminato e pressoché totale assoggettamento del nostro territorio cittadino al vincolo paesistico imposto dall’obsoleto ed inadeguato D. M. del 12.06.1967.Resto personalmente convinto, infatti (e molti colleghi e specialisti della materia urbanistica ed ambientale con me), che restringendo – per ragioni tecniche e di buon senso, oggettive ed inconfutabili – l’area di territorio sottoposta a vincolo paesistico, molte realizzazioni di manufatti sarebbero rese possibili e si potrebbe altresì spostare l’attenzione da un vincolo “ingessato” sul paesaggio (che non lo preserva, ma che, anzi, spesso lo dequalifica, sottoponendolo ad una “museificazione” incolta ed insensata) ad un insieme calibrato di norme specifiche, attinenti alla costituzione e alla contestualizzazione degli immobili che si vanno a realizzare: un sistema di governo (e, in molti casi, di miglioramento) degli assetti paesaggistici che ormai costituisce prassi operativa in regioni come la Toscana, l’Umbria o la Liguria. Per le ragioni esposte, dunque, se il Ministro Matteoli (e, per esso, il Governo) riterrà di voler persistere nel suo silenzio, non è escluso che una ampia delegazione di cittadini particolarmente sensibili al problema possa presto recarsi direttamente a Roma per chiedere chiarimenti al riguardo. Faccio personalmente appello, in tal senso, alla sensibilità dell’On. Edmondo Cirielli, che tanto ha già fatto per l’evento del Millennio, affinché, anche in ragione della sua prestigiosa carica istituzionale, voglia sollecitare il Ministro Matteoli perché presti finalmente attenzione ad un problema così importante per la nostra comunità cittadina.