Apicella-Mastella, ultimo atto

Aldo Bianchini

Ora è tutto più chiaro, non che non lo fosse già prima, ma ora abbiamo a disposizione per i commenti anche la pubblicazione delle motivazioni sia del Tribunale del Riesame di Salerno che del CSM di Roma. Come era logico aspettarsi le motivazioni dei due Organismi sono esattamente contrarie e contrastanti e non perchè l’uno abbia inteso aiutare e l’altro accusare. Le motivazioni attengono due sfere molto diverse di competenza; il Tribunale del Riesame ha analizzato gli atti compiuti dalla Procura di Salerno per stabilire la loro legittimità senza addentrarsi in valutazioni attinenti il metodo esecutivo e il profilo disciplinare, aspetti questi che sono di esclusiva pertinenza del Consiglio Superiore per l’emanazione dei successivi provvedimenti. Io, quindi, non mi sorprenderei più di tanto se il giudizio dei due Organismi è diverso e contrastante, anzi meno male che è così. Il CSM, difatti, non ha mai parlato di illegittimità dell’azione dei giudici di Salerno e, dunque, cade anche la tesi portata avanti dal gip Gaetano Sgroia nel sostenere che il CSM poteva attendere il Riesame prima di decidere. Il dottor Sgroia sa benissimo che il CSM non deve attendere nessuno, fa finta di meravigliarsi perchè deve comunque difendere la sua categoria e i suoi iscritti (ANM), al di là anche delle più ragionevoli certezze. Non a caso il presidente nazionale dell’ANM Palamara aveva subito parlato di anticorpi (Csm) lanciati alla caccia dei virus (giudici di Salerno) che potevano potenzialmente infettare tutto il “corpo giudiziario”. E’ amaro dover constatare che quì tutti fanno finta di non capire la distinzione tra l’operato dei giudici di Catanzaro e quelli di Salerno; i primi hanno commesso un delitto, i secondi hanno commesso un delitto premeditato creando un “processo nel processo” per cercare di coinvolgere anche le massime cariche dello Stato; così’ almeno viene sostenuto nelle motivazioni del CSM. Quindi il Riesame non è andato “contromano” (come ha scritto Mariano Ragusa su “Il Mattino” di domenica 8 febbraio) e il CSM non si è mosso “frettolosamente, duramente e controcorrente” come vorrebbero sostenere i venticinque PM della Procura di Salerno. Il punto oscuro dell’inchiesta di Salerno rimane, a mio sindacabilissimo giudizio, la ricerca puntuale della posizione dell’ex ministro della giustizia Clemente Mario Mastella (ed anche del presidente del consiglio Romano Prodi) che può essere scambiata per un “accanimento giudiziario”, ben sapendo che gli accanimenti sono sempre negativi e capaci di produrre effetti devastanti sulla tenuta delle istituzioni. Il CSM, in conclusione, non “è andato fuori misura”, come dichiarato dall’ex procuratore Apicella, ma ha cercato con fermezza di ripristinare i ruoli e il senso delle stesse istituzioni.

 

3 pensieri su “Apicella-Mastella, ultimo atto

  1. Ho letto con interesse quanto ha scritto.
    Le sarei grato se spiegasse meglio in che modo la degli atti compiuti non coincida, almeno in termini di risultati, con . Che il profilo disciplinare possa invalidare il procedimento lo posso capire, ma non mi spiego come un atto possa essere legittimo in presenza di gravi colpe disciplinari.
    A tal proposito, lei scrive che dispone della pubblicazione delle motivazioni del tribunale del Riesame di Salerno. Mi chiedo se sono pubbliche; in tal caso potrebbe indicarmi dove sono visionabili su internet? Le pubblicherete sul sito?
    Cordiali saluti.
    E A studente

  2. Non mi ha preso il copia&incolla:
    Le sarei grato se mi spiegasse in che modo la “legittimità” degli atti compiuti non coincide, almeno in termini di risultati, con “il metodo esecutivo e il profilo disciplinare”. etc
    Cordiali saluti

  3. Il gentile lettore Edoardo pone una domanda complessa e tecnica al tempo stesso. Debbo ribadire che “legittimità” e “metodo esecutivo” spesso possono divergere anche se il primo può tranquillamente rimanere nella piena legalità mentre il secondo può debordare e incorrere in profili disciplinari da sanzionare; soprattutto quando in ballo c’è un “sistema” da garantire e proteggere. Il sistema è quello tipico delle “corporazioni” (e la magistratura è una corporazione) chiuse su se stesse a riccio come vera e propria “lobbies” di potere. Se, quindi, diamo per assodato che il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) è un organismo a tutela dei magistrati (e della loro autonomia e indipendenza) possiamo facilmente pensare che se qualcuno con un’azione giudiziaria legittima (sequestro degli atti presso un’altra procura) rischia di scardinare il sistema (CSM), questo qualcuno venga immediatamente bloccato e, magari, trasferito. Ma sempre nella legittimità anche di questo secondo atto, legittimità che è facile a questo punto confutare sotto il profilo disciplinare in considerazione della abnormità, della poco credibilità (sottrazione atti dal fascicolo del GIP) e della non ritualità dell’azione esecutiva messa in atto. Il ragionamento può senza dubbio apparire contorto, se però si riflette attentamente diventa assolutamente comprensibile. Più semplice l’ordinanza del Tribunale del Riesame che ha analizzato solo l’aspetto della legittimità del sequestro, non potendo entrare nella sfera propria del CSM. Gentile lettore Le faccio un esempio pratico. Una trentina di anni fa il giudice Santacroce scrisse in una ordinanza di rinvio a giudizio a carico degli assassini del boss Alfonso Rosanova (ucciso nell’ospedale di Via Vernieri di Salerno) che un pentito gli aveva riferito di aver appreso da un altro criminale di aver saputo che una sera a cena Rosanova aveva ospitato l’allora senatore Enrico Quaranta. Il fatto poteva apparire credibile ma assolutamente indimostrabile perchè de-relato da un criminale ad un altro. Lo scritto nell’ordinanza pur se apparentemente legittimo (il magistrato riferiva giustamente quanto gli era stato confidato) scadeva in una accusa senza fondamento e diretta solo al massacro psicologico del senatore e della sua immagine. Per tale ragione il giudice fu sottoposto a procedimento disciplinare e trasferito ad altra sede. Per quanto attiene, infine, le motivazione del Riesame le stesse sono pubbliche perchè facenti parte dell’ordinanza già notificata; facilmente sono in possesso dei difensori dei magistrati inquisiti. Al prossimo commento. Aldo Bianchini.

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