Maggior rispetto per le vittime dell’Arma
L’argomento di oggi, trae origine dalla morte del Brigadiere dei Carabinieri Giorgio Illuminoso, investito da un tossicodipendente il 26 gennaio, mentre stava effettuando un posto di blocco. I familiari, con grande generosità e senso civico, hanno autorizzato l’espianto degli organi così come avrebbe voluto il brigadiere Illuminoso. Giorgio aveva 42 anni e lascia un figlio di sedici anni. Era ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale civile di Legnano da circa dieci giorni dopo che era stato travolto da un’auto che non si era fermata all’alt. Anche se non si tratta di criminalità organizzata o terrorismo, si tratta comunque di un militare caduto nell’adempimento del dovere per garantire la sicurezza dei cittadini. Pertanto, ritengo che quanto previsto in tema di assegno vitalizio per le vittime del terrorismo ed atti di criminalità venga esteso anche a questi servitori dello Stato. L’assegno vitalizio per le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, costituisce un indennizzo a favore delle predette vittime e dei loro familiari. E’ stato istituito con la legge n. 302 del 20.10.1990 e successivamente integrato e completato con la legge n. 407 del 23.11.1998; non costituisce reddito ed è esente da qualsiasi ritenuta previdenziale o fiscale, avendo natura indennitaria; inoltre è concesso indipendentemente dalle condizioni economiche degli aventi diritto. L’assegno attualmente spetta: a coloro che hanno subito un’invalidità permanente per effetto di ferite o lesioni riportate in conseguenza di atti di terrorismo o di criminalità organizzata di stampo mafioso verificatisi nel territorio dello Stato italiano dal primo gennaio 1969 in poi, a condizioni che il soggetto leso non abbia concorso alla commissione degli atti medesimi e/o risulti essere al tempo dell’evento del tutto estraneo ad ambienti e rapporti delinquenziali. Ai cittadini italiani che hanno subito un’invalidità permanente per effetto di ferite o lesioni riportate in conseguenza di atti di terrorismo o di criminalità organizzata di stampo mafioso verificatisi in territorio straniero, a condizioni che il soggetto leso non abbia concorso alla commissione degli atti medesimi e/o risulti essere al tempo dell’evento del tutto estraneo ad ambienti e rapporti delinquenziali. In caso di decesso del soggetto leso, l’assegno vitalizio non reversibile spetta, altresì, ai superstiti ed esattamente al coniuge di cittadinanza italiana e ai parenti a carico entro il secondo grado nei casi previsti dalle leggi n. 302 del 20.10.1990 e n.407 del 23.11.1998. Per concludere, mi auguro che l’assegno per le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, venga esteso anche per coloro che subiscono gravi infermità nell’assolvimento del loro dovere anche in circostanze come il caso del valoroso brigadiere dei carabinieri Giorgio Illuminoso.