Di Pietro assolto, la Regina si arrabbia
Che la giustizia anglosassone fosse quella più veloce del mondo ce lo hanno spiegato in tutte le salse : università, libri di testo, seminari, convegni, grandi soloni del diritto. Insomma dopo anni e anni di ripetute melodie alla corona inglese sappiamo che nel breve volgere di 28 giorni (solo quattro settimane) un p.m. britannico deve concludere le indagini preliminari e decidere per l’archiviazione o per la richiesta di rinvio a giudizio. Qualche giurista, nel corso degli anni, ad onore del vero ha sommessamente sussurrato ai possibili errori in un tempo così breve, ma è sempre stato subito sommerso dall’aggressione di tutti. Anche perchè dalle nostre parti le indagini preliminari durano, spesso, molto più di quattro settimane ed a volte vanno avanti anche per anni, senza dire che prima dell’iscrizione a mod. 21 (data di inizio delle indagini) gli investigatori si dilettano a cimentarsi in indagini senza tempo e con tante intercettazioni telefoniche ed ambientali. Invece dobbiamo tutti ricrederci ed inneggiare alla giustizia ovvero alle indagini preliminari più veloci del mondo perchè conclusesi esattamente in 14 giorni (due settimane). Il record lo ha stabilito un PM della Procura della Repubblica di Roma sulla cui scrivania era pervenuta la denuncia prommossa dall’Unione Camere Penali (che non è un pinco pallino qualsiasi) contro l’on. Antonio Di Pietro reo di aver vilipeso la prima carica dello stato Giorgio Napolitano in Piazza Navona il 28 gennaio 2009 quando in un eccesso di enfasi dialettica l’ex pm di “mani pulite” aveva tacciato il Presidente della Repubblica di “silenzio mafioso”, riducendo al silenzio addirittura Marco Travaglio e Beppe Grillo. Seguite l’iter burocratico giudiziario, vi prego amici lettori. Il giorno 28 gennaio viene consumato l’ipotetico reato, il giorno 29 l’UCP presenta la denuncia in Prcura, il giorno 30 il capo la esamina e la assegna al PM che incomincia a lavorarci sopra il 31 gennaio. Emette regolare avviso di garanzia che viene notificato e poi compie, credo, tutti gli atti consoni ad una buona indagine preliminare di questo tipo: emissione del decreto di sequestro delle registrazioni televisive, incaricare una agenzia per lo sbobinamento e un’altra per la trascrizione pedissequa del parlato; poi visiona personalmente tutte le registrazioni per accertarne la loro fedele trascrizione e, soprattutto, per valutare la forma dialettica aggressiva ed oltraggiosa che, ovviamente, la fredda trascrizione non può assolutamente assicurare. Diciamo che le forze dell’ordine per effettuare la notifica dell’avviso di garanzia e i numerosi sequestri (almeno presso tutte e sei le televisioni nazionali, più La 7 e Sky) impiegano almeno quattro giorni; e siamo al 5 febbraio; vogliamo essere buoni ed accreditare di velocità incredibile (lavorando 24 ore al giorno) le agenzie per sbobinare e trascrivere, ma in meno di tre-quattro giorni non consegnano il materiale al pm. E siamo al 9 febbraio. Poi il pm abbandona tutto e tutti, si chiude in un bunker e si immerge nel caso: studia le trascrizioni, vede e rivede i filmati, chiede precisazioni, e tra un panino e l’altro controlla codici e verifica sentenze, chiama al telefono vari colleghi anche per semplici consigli, chiama dinnanzi a se vari testimoni per testare l’umore della piazza, ordina ed ottiene ad horas tre lunghe e dettagliate relazioni (Questore, Prefetto, Capo della Polizia) sullo svolgimento dei comizi, salta tutte le parti ingiuriose contro il Presidente del Consiglio (tanto non c’è denuncia alcuna, e poi per quello c’è sempre tempo !!), sente forse anche il responsabile dei Servizi Segreti e poi sotto a scrivere la lunga e articolata richiesta da sottoporre all’approvazione del GIP il giorno 12 febbraio. Non ci interessa il merito della richiesta, un PM per libero convincimento può chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio, ci interessa soltanto la velocità. E il GIP che fa; si rimbocca subito le maniche e si lancia (anche nottetempo) nell’esame del voluminoso fascicolo dovendo rifare, più o meno la stessa atività investigativa del PM. Una nottata durissima di lavoro ed alla fine tutto è al suo posto, la richiesta del PM accolta e l’on. Di Pietro e di nuovo perfettamente fuori da ogni indagine giudiziaria. Insomma in tempo per consentire a Di Pietro di scendere di nuovo in piazza per sabato 14 febbraio 2009. In verità l’ex PM è abituato a numerose archiviazione in sede di indagini preliminarri ma nemmeno Lui avrebbe mai pensato a tanta velocità. E adesso sotto a chi tocca e scagli la prima pietra che osa pensare che la giustizia in questo Paese è lenta. Negli ambienti bene informati si sussurra che la Regina Elisabetta abbia fatto sapere ai ministri inglesi di stanza a Roma per il G7 di esternare, anche se in maniera garbata, tutta la sua rabbia per il record di giustizia anglosassone veloce che un anonimo PM italiano si è permesso di frantumare.