Politica sempre più cara!
Sergio Barletta
Nei giorni scorsi, ho consultato il sito internet della Camera dei Deputati per verificare il livello d’istruzione dei nostri deputati e nel contempo i loro emolumenti. I risultati sotto l’aspetto istruzione non è stato certamente dei migliori ma sotto l’aspetto retribuzione sono rimasto per certi aspetti sorpreso. Pertanto, ritengo utile che i cittadini siano a conoscenza del trattamento economico di coloro che ci rappresentano presso la Camera dei Deputati. I dati emersi sono i seguenti: Trattamento economico: La prima voce è l’indennità, quella che nel linguaggio comune è definita “stipendio”, seguono la diaria e i rimborsi: per le “spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori”, per le spese accessorie di viaggio e per i viaggi all’estero, per le spese telefoniche. Completano la scheda le voci sull’assegno di fine mandato, le prestazioni previdenziali e sanitarie e sui trasporti. Indennità parlamentare è fissata in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. L’indennità è corrisposta per 12 mensilità. L’importo mensile ed è pari a 5.486,58 euro, al netto delle ritenute previdenziali (€ 784,14) e assistenziali (€ 526,66) della quota contributiva per l’assegno vitalizio (€ 1.006,51) e della ritenuta fiscale (€ 3.899,75). Diaria:Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma ed ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico. È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell’arco della giornata. Rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori A titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare d’appartenenza. Ai deputati non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990. Spese di trasporto e spese di viaggio:I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. I deputati, qualora si rechino all’estero per ragioni di studio o connesse all’attività parlamentare, possono richiedere un rimborso per le spese sostenute entro un limite massimo annuo di 3.100,00 euro. Spese telefoniche:I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari. Assistenza sanitaria:Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario. Assegno di fine mandato:Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l’assegno di fine mandato, che è pari all’80 per cento dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi). Assegno vitalizio:Il deputato versa mensilmente una quota – l’8,6 per cento, pari a 1.006,51 euro – della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dall’Ufficio di Presidenza il 30 luglio 1997. In base alle norme contenute in tale Regolamento, il deputato riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti. L’importo dell’assegno varia da un minimo del 25 per cento a un massimo dell’80 per cento dell’indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare. Il Regolamento prevede infine la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale. Tenuto conto che i deputati sono 630 unità, le considerazioni finali, a questa esposizione di dati ufficiali della Camera dei Deputati, la lascio ai lavoratori che con uno stipendio di 1200 euro al mese riescono a far studiare i propri figli magari un qualità di studenti fuori sede. Questi cittadini, meritano il massimo rispetto e ritengo che i sacrifici in un periodo di crisi spettano a tutti e non solo ai lavoratori.