Cava de Tirreni: Adolfo Di Luzio, ultimo libro su Napoli
“A Napoli la cultura è diventata la foglia di fico sull’impudicizia della politica”. Così, senza adoperare mezze parole, Adolfo Scotto Di Luzio bolla l’attuale condizione del capoluogo partenopeo. Autore di Napoli dei molti tradimenti – Il Mulino, il giornalista e scrittore è stato sopite della Rassegna letteraria Com&Te 2009 nel salone del Social Tennis Club.La manifestazione è organizzata da Pasquale Petrillo, presidente dell’Associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio, e da Alfonso Bottone, direttore editoriale del periodico d’informazione ECOmagazine.“Questo significa disprezzare la cultura -ha proseguito lo scrittore- e serve solo a tessere le lodi del principe”. Molto critico anche con l’avvocato Gerardo Marotta, presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e con la simbolica apertura del portone di Palazzo Serra di Cassano, al tanto decantato rinascimento napoletano dell’era Bassolino: “i migliori -ha sottolineato Di Luzio- hanno responsabilità maggiori”. La politica, secondo Di Luzio, è “la grande assente a Napoli” ed “il sud non interesse più a nessuno, ma diventa occasione di pura retorica”, per questo “occorre riprendere la questione meridionale”. Napoli, secondo lo scrittore, soffre di “una paralisi civile, poiché la borghesia è asservita al potere”.Ed ancora “la città è rimasta indifferente anche durante l’emergenza rifiuti, l’ultimo scempio.”Di Luzio, editorialista del Corriere del Mezzogiorno, insegna Storia delle istituzioni educative e scolastiche nell’Università di Bergamo. Con il Mulino ha già pubblicato “L’appropriazione imperfetta. Editori, biblioteche e libri per ragazzi durante il fascismo” (1996), “Il liceo classico” (1999) e “La scuola degli italiani” (2007).