Coldiretti: commercio in controtendenza
La vendita diretta del produttore è la forma di distribuzione commerciale che ha registrato la maggiore crescita nel 2008, battendo nell’alimentare negozi, hard discount e ipermercati, grazie ad un incremento dell’ 8 per cento del valore delle vendite per un totale stimato in 2,7 miliardi di Euro. Lo ha reso noto il Presidente della Coldiretti di Salerno, Pietro Caggiano, in occasione della divulgazione dei dati ISTAT sul commercio al dettaglio. Se il 2008 fa segnare il peggior risultato nelle vendite al dettaglio negli ultimi dieci anni, un italiano su due (52 per cento) nello stesso anno ha acquistato almeno una volta direttamente dal produttore agricolo. Si tratta – ha sottolineato la Coldiretti – di un fenomeno in controtendenza rispetto alla crisi generale perché concilia la necessità di risparmiare con quella di garantirsi la sicurezza del cibo dopo i recenti allarmi alimentari, che hanno riempito, di recente, le pagine dei quotidiani campani. Tra le motivazioni di acquisto dell’indagine Swg/Coldiretti spicca infatti la genuinità (63 per cento) seguita dal gusto (39 per cento) e dal risparmio (28 per cento). Ma esistono anche – continua la Coldiretti – enormi spazi di crescita con quasi la metà (44 per cento) dei consumatori che non effettuano acquisti direttamente dai produttori e che non lo fanno perchè non sanno a chi rivolgersi o dove andare, tanto che l’88 per cento della popolazione si recherebbe in un farmers market se c’è ne fosse uno nella propria zona. Occorre – ha precisato Caggiano – moltiplicare il numero di mercati degli agricoltori di Campagna Amica che sono una formidabile occasione per aggiungere concorrenza ad un sistema ingessato da anni. I mercati di Campagna Amica, non solo sono una occasione di mercato per tante nostre imprese, ma anche e soprattutto – ha continuato Caggiano – un modo per far conoscere, apprezzare e riconoscere, al mondo, l’agricoltura salernitana e le sue distintività. Secondo una analisi della Coldiretti, per acquistare alimenti le famiglie salernitane spendono in media 480 euro al mese che finiscono per il 60 per cento alla distribuzione commerciale, per il 23 per cento all’industria alimentare e solo per il 17 per cento all’agricoltura. I prezzi aumentano in media quasi cinque volte dal campo alla tavola e esistono, dunque, ampi margini da recuperare, con più efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica. Una filiera più “trasparente” perché firmata, più “onesta” perché agricola e più “pulita” perché italiana. Una filiera – ha aggiunto Marini – che ha le sembianze e ‘la firma’ degli agricoltori e degli allevatori italiani. Una filiera – ha concluso Marini – che possiede una sua ‘massa critica’, spostando l’ombrello di garanzia dal singolo prodotto di ogni parte del mondo alla totalità del cibo dei soli territori Italiani. Una filiera che trasferisca direttamente al consumatore italiano e del mondo i valori di genuinità, sicurezza, territorialità, distintività che sono propri della nostra produzione e rappresentano il vero valore aggiunto della cooperazione.