Vincenzo De Luca, Kennedy!
A sentirlo parlare, alla presentazione del progetto della erigenda Piazza della Libertà, dà l’impressione di essere un capo di Stato. In tutti questi aspetti, Il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, sembra somigliare molto al presidente mito degli Stati Uniti dei favolosi anni sessanta John Fitzgerald Kennedy.L’America di Kennedy usciva da un periodo oscuro con una guerra per mezzo e con una sudditanza psicologica nei confronti dell’Unione Sovietica. Dopo lo schiaffone dello Sputnik il primo satellite artificiale, i Russi si accingevano a rifilare il secondo con Gagarin, il primo uomo a violare i confini dell’atmosfera.Il giovane Presidente non si demoralizzò, anzi al contrario divenne il primo sponsor del nuovo modo di pensare che avrebbe caratterizzato il decennio, che per qualcuno era un enclave di una era futura inserito nel XX secolo, con l’epilogo dello sbarco sulla Luna, di cui fu ispiratore ma che non poté vedere. Kennedy era un uomo che se infischiava di quali fossero le condizioni reali della Nazione. Aveva una forte capacità di guardare avanti e con la sua presenza quasi ossessiva, controllava di persona l’andamento dei lavori. Sapeva motivare e coinvolgere tutti a dare il massimo per inseguire un sogno. Incontrava e parlava con tutti, e si narra che una volta in visita ad uno dei tanti centri di ricerca della Nasa gli fu presentato l’addetto alle pulizie il quale, senza scomporsi più di tanto, alla domanda su quale fosse il suo compito, rispose: aiuto l’uomo ad andare sulla Luna!Ma Kennedy era anche uno statista che giocò d’azzardo con le sorti del mondo senza cedere alle minacce di Kruscev e allo stesso tempo tenne a bada i suoi generali, ansiosi di menar le mani, e trascinare il mondo in una guerra nucleare che avrebbe cancellato la razza umana.Tornando alla presentazione della Piazza della Libertà De Luca ha dato l’impressione di essere la reincarnazione del giovane Presidente: arringava il pubblico, convinceva gli astanti, titubanti sui costi di un tale progetto faraonico, della bontà dell’idea.Il sindaco De Luca è un personaggio che fa discutere ma una cosa è certa, a dispetto di tanti politici che calcano anche le scene nazionali, ha una visione di quella che vuole che sia la città di Salerno.Potrà essere giusta o sbagliata, ognuno si farà una sua opinione, ma almeno c’è un disegno di come vuole che sia la Salerno del futuro.Non si vuole entrare in merito sulla bontà o meno del progetto e dei costi che la comunità dovrà sostenere, però un dato è certo Salerno sta cambiando e lo si deve al decisionismo e alla vision di De Luca.Forse un tale atteggiamento dovrebbe essere travasato anche nella politica nazionale, che non brilla certo per programmazione e obiettivi, soprattutto in questo momento di crisi profonda.Unica nota stonata la durata millenaria della struttura. Un curioso tipo con i baffi a spazzola una settantina d’ anni fa predisse una tale longevità anche al suo operato. Non finì bene!!
In una città con ambizioni turistiche non si capisce come si incastoni il progetto de sindaco. Il problema di fondo è chè il personaggio in questione ha creato un sistema di potere che, giusto o sbagliato, sta andando a discapito di Salerno. Posso testimoniare, e con me tanti salernitani che vivono il pendolarismo con Napoli, che ti apre il cuore rientrare nel nostro centro dopo una giornata trascorsa nell’inferno metropolitano. Sarebbe anche bello sviluppare dei progetti che portino Salerno ad essere finalmente l’alternativa al caos di napoli, il positivo fotografico di una realtà che in campania ci avvilisce. Non vedo come la cementificazione di una delle zone potenzialmente più belle della città possa servire a questo. L’alternativa proposta dall’MPA è affascinante e porterebbe sicuramente uno sviluppo del nostro centro in chiave turistica con posti di lavoro assicurati per il futuro. Purtroppo la destra salernitana non ha un monarca/podestà come De Luca ma si appresta a sostenre un piccolo reuccio nudo come Cirielli. “mala tempora currunt” sigh..!
Bell’articolo che dà spunto a parecchie riflessioni. A me viene in mente il fatto – lo so di tirarmi addosso le critiche di chi ama da sempre la feroce contrapposizione tra Salerno e Napoli – che srebbe ora che Salerno e Napoli cominciassero a dialogare sul serio, non più a competere e a differenziarsi. Ci sono somiglianze che sono molto più vistose e interessanti delle reciproche differenze e ci sono differenze che se valorizzate creano di per sè ricchezza infinita, la ricchezza della Campania tutta. Dunque dialogo e non più competizione campanilistica, che è così desueta e stantìa dal fare rattristare, dunque messa in luce delle differenze per evidenziarne una ricchezza che nessun nord potrà mai sognare e di cultura e di tradizioni e di paesaggio e chi più ne ha più ne metta.