UNICEF: intervista a Giovanna Ancora Niglio
Da oltre sessant’anni l’UNICEF lavora con i suoi programmi di sviluppo in 156 Paesi. In molti di essi sperimenta modelli di scuola flessibili ed innovativi, per cercare di sostenere i bambini ed i ragazzi che vivono in realtà ed in contesti difficili. Nell’ambito dell’UNICEF si inserisce anche una grande attività di sensibilizzazione e promozione dei diritti dell’infanzia, attività che viene trasferita, mediante campagne ed iniziative culturali, a tutti i soggetti interessati – organi del Governo Centrale, Enti locali, scuola, università, istituzioni del mondo del lavoro ed altri.Noi abbiamo approfondito l’argomento con la Presidentessa Provinciale UNICEF, Giovanna Niglio, che ci ha parlato con sensibilità di argomenti che, spesso, la maggioranza sottovaluta.
Come nasce l’UNICEF ? Come ha potuto svilupparsi in modo capillare?
L’UNICEF ha una lunga storia, ha compiuto da poco i 60 anni; è nato nel Dopoguerra per aiutare i bambini vittime dell’evento bellico e si è trasformato via via in agenzia per assistere e dare sollievo ai bambini in via di sviluppo. Una delle prime bambine assistite dall’UNICEF è stata Audrey Hepburn.
Oggi quanti partner e sostenitori vanta ?
Beh!, i partner sono migliaia, anche perché, essendo un’agenzia delle Nazioni Unite e lavorando a 360°, non soltanto per i bimbi dei Paesi in via di sviluppo, ma pure sulla formazione dei bambini di tutto il mondo, ha partner nella scuola – che logicamente è il luogo privilegiato per l’educazione degli adulti di domani – , nelle istituzioni, nelle associazioni di volontariato ecc. Dipende soprattutto dai progetti e dai programmi che vengono sviluppati, ovviamente, secondo un rigido protocollo che viene scelto non a livello nazionale, o perlomeno non solo, ma secondo le priorità che vengono indicate dall’Organo Centrale dell’ONU.
Quali iniziative propone per il 2009 ?
Le più importanti a livello nazionale sono i programmi di “Educazione allo Sviluppo” nella scuola, di ogni ordine e grado, attraverso la conoscenza e l’applicazione della Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia, che nell’89 è diventata strumento di riferimento per l’aggiornamento di tutte le leggi dello Stato che hanno bisogno di integrazioni relative proprio al settore “infanzia e adolescenza”.A livello locale noi ripetiamo le iniziative proposte a livello nazionale, adattandole alle opzioni che vengono dalla base, cioè dalla scuola, dalle istituzioni e dalle associazioni che desiderano collaborare con noi. Quest’anno abbiamo tre iniziative di grosso respiro. La prima è legata ai laboratori che inizieranno il 21 Gennaio al Parco Pinocchio [Salerno] dove è in corso il progetto “Aspettando l’isola”. Questo progetto è, in realtà, la trasformazione di un luogo fisico come il Parco, in cui ragazzi, bambini ed adolescenti potranno trovare accoglienza e possibilità di realizzare attività formative.Verranno realizzate le “Pigotte”[n.d.r.:bambole caratteristiche] ; però non ci limiteremo soltanto alla creazione della bambola; inizieremo col presentare la Convenzione, e faremo in modo che i ragazzi diventino partecipi di quali sono i loro diritti.
E poi, si parlerà di perché è necessario proteggere i bambini…
Ma la protezione avviene attraverso la formulazione di ciò che rappresenta il diritto per un bambino. Molto spesso noi ci poniamo, sempre come adulti, in una condizione anche inconsciamente di prevaricazione. Il mondo dei bambini dev’essere anche letto con gli occhi dei bambini, e quindi l’adulto deve essere disponibile e aperto a conoscere e a dare pure importanza a quello che viene dalle loro sollecitazioni. Tra l’altro, questo è un periodo particolarmente difficile, perché i bambini subiscono le conseguenze di un mondo che è diventato sempre più edonistico, un mondo che non dà spazio sufficiente o che ne dà troppo, insomma non c’è un equilibrio reale, e quindi bisogna essere sempre molto attenti. Il secondo progetto sarà “Favolé”, realizzato in collaborazione con la Biblioteca Provinciale di Salerno, per l’educazione precoce dei bambini alla lettura. Il terzo progetto è ancora più interessante, riguarda la danza educativa, e sarà patrocinato dall’Assessorato allo Sport e alla Qualità della Vita della Provincia di Salerno; si chiamerà “Il castello dei sogni” ed è particolare perché, attraverso l’inserimento nel mondo dello sport, del movimento, della danza, si cerca di recuperare il rapporto del bambino con gli spazi fantastici di cui è portatore, e quindi non è soltanto l’insegnamento pedissequo del movimento ma è lo stimolo a ricercare una dimensione fantastica. Logicamente tutti i bambini saranno guidati da personale qualificato e ci sarà l’inserimento di un piccolo gruppo di disabili.
Come vengono violati principalmente i diritti dei bambini? Si può fare qualcosa?
Si può fare moltissimo. Bisogna soltanto capire, da quello che ho già detto, che il bambino non è un oggetto, non è soltanto una creatura in crescita, ma è soprattutto una persona, già dal momento del concepimento. E dunque molto spesso, ma soprattutto in questo periodo, la disattenzione delle famiglie, la delega ad altri, lascia il bambino in balìa di se stesso, esposto ai pericoli come: i cattivi programmi televisivi, il “parcheggio” davanti alla TV parecchie ore al giorno, le violazioni legate al commercio per motivi abietti. Parlo della prostituzione, della vendita degli organi per scopo di lucro, dello sfruttamento dei bambini-soldato. E’ qualcosa di vergognoso che una società che si definisce civile debba ancora assistere, senza muovere un dito, ad episodi di violenza di questo genere. Quindi prima di tutto la consapevolezza. Non ci sono strumenti se non quello di un’attenzione permanente. Molto spesso, le società cosiddette “evolute” si limitano alla raccolta dei fondi, ma l’attenzione dev’essere costante, per sanare problemi come la fame nel mondo, la mancanza di assistenza sanitaria. Muoiono ancora milioni di bambini al giorno perché non hanno le cure o le medicine fondamentali, che noi sprechiamo senza remore.
Ci può parlare del Diritto ad essere difesi da ogni abuso o sfruttamento? Cosa ci dice in particolare questo Diritto?
Innanzitutto di non sfruttare i bambini per fini turpi. Purtroppo c’è una rete che anche le istituzioni tentano di combattere, e non è diffusa soltanto nei Paesi culturalmente evoluti, ma è una piaga che affondale radici nelle perversioni umane, che sono molto difficili da controllare. Il terreno fertile è legato a quei Paesi in cui i bambini nascono senza identità. Sono i cosiddetti “bambini invisibili”. E diventano oggetto di commercio.
Non vengono registrati all’anagrafe, che magari non c’è proprio…
Esattamente. Ed i bambini invisibili vengono coinvolti in un mercato che li acquista per il trapianto di organi… Sul commercio sessuale, purtroppo, va detto che malgrado le misure di prevenzione e l’attenzione che viene dedicata alle reti che si occupano di questo turpe, infame commercio, non si riesce a controllare completamente, quindi l’attenzione viene sempre affidata alle famiglie ed alla formazione dei bambini.
Sente rischiosa la carica della quale l’ ha rivestita l’UNICEF o, al contrario, ne è lusingata?
Non trovo il mio ruolo rischioso, né mi sento lusingata. E’ una scelta di vita, perché io vengo da un datato esercizio di volontariato. E’ un amore che è dentro di me e dentro tutti i volontari che sposano una causa, dunque la gioia più grande, che poi è anche una gratificazione, è quella di registrare il consenso del territorio, e quindi l’applicazione di quei principi che noi, come volontari UNICEF, cerchiamo di trasferire ai nostri collaboratori.Il discorso fondamentale è quello di stimolare l’attenzione congiunta di tutti coloro che sono “addetti ai lavori”; e quindi, stimolare un’attività costante e di dialogo aperto dove non bisogna avere paura del confronto. Oggi per esempio c’è una particolare diffusione del volontariato, e, molto spesso, le sigle lavorano in modo un po’ “chiuso”. Noi invece ci sforziamo di creare un dialogo con tutte le istituzioni, perché si possa interagire e poi moltiplicare quel messaggio che, in fondo, è comune a molte associazioni : la tutela dei diritti umani, dell’infanzia, della salute. Il mio invito ai lettori è non pensare che ciò che riguarda i bambini sia di poca entità. Il futuro del mondo dipende dalla nostra capacità di valorizzare questa risorsa straordinaria che è l’infanzia. Quindi non parliamo di cose “di bambini”, ma da fare “con i bambini” e “per i bambini”. Ringraziando la signora Giovanna Niglio per la cortese collaborazione, ricordiamo che, per chi volesse arruolarsi nell’ “esercito” UNICEF, i corsi per gli aspiranti volontari cominceranno con il mese di Marzo.