La croce di Cristo…rinnovata!
La croce di Cristo ha stancato. Non provoca più emozioni. Capaci di scuotere. Di qui la felice intuizione di Mons. Michel di Falco, d’ospitare la scultura dell’artista britannico Paul Fryer. Cristo su una sedia elettrica, con le cinture slacciate, come se già tutto fosse stato compiuto. Lo shock elettrico. Quindi il decesso. Le mani penzoloni lungo i fianchi, accanto ad un corpo esanime, con ancora i segni della passione, dalla corona di spine sul capo. L’opera, a forte impatto umano, giganteggia in fondo alla cattedrale di Gap in Francia. Voluta dallo stesso vescovo diocesano. Nel corso della Settimana Santa, i fedeli, hanno contemplato non più il legno delle due assi incrociate, ma una sedia elettrica col corpo esanime del Nazareno. Tantissimi i curiosi. L’opera ha stimolato gli attrattori turistici, i curiosi, i profani e gli stessi laici impegnati. Ognuno ha detto la sua. Al primo momento, fortemente emotivo, la considerazione che la proposta di una sofferenza letale, affidata ad un altro strumento di tortura, non stonasse. Made terzo millennio. Ma la croce, non subisce le mode del tempo. Né il sacrificio cruento, completo nella sua oblazione al Padre. Nella rivisitazione della morte, invece, l’attenzione sullo sfiancamento del Cristo, dietro tortura moderna. Mediante un sistema che, in ogni caso, non lascia spazio alla vita. La condanna a morte, analoga. Il messaggio rimane, ma non si comprende come mai il Venerdì Santo, un’opera elaborata, abbia potuto mutuare la passione. Con i riti ad essa connessi. Quale il bacio da parte dei fedeli, del sacro legno. L’intera liturgia osanna la croce. A Gap, invece, appare demodè. Quello che spaventa è l’asserzione dell’autorità ecclesiastica. Quasi a giustificare il suo gesto, scatenante una feroce ridda di proteste, di Falco sostiene che ormai la croce, così com’è, non produce più emozioni. Non scuote più. Appesa alla parete, troppo abitudinaria. Occorre scuotere i fedeli. E Fryer l’ha fatto. Ma la fede non è sentimento o emotività. Emozione o compassione. Bensì scelta di vita. Convinzione di una sequela, in nome di un vangelo. Cristo è morto in croce, su due assi che ha tradotto al calvario con l’aiuto del cireneo di fortuna. Alterare anche la passione, per puro sensazionalismo, davvero troppo!