Morire di scuola!

di Rita Occidente Lupo

Certe vite si spezzano. Altre, volutamente tranciate. Il suicidio del quindicenne di Frosinone, sgomenta. Nel bel mezzo della mattinata scolastica, al Liceo Classico, lasciarsi cadere nel vuoto dopo esser saliti su un banco. Alla presenza di tutti. Causa, un’insufficienza valutativa! Un gesto insano. Imprevisto. Inspiegabile.  Senza senso. L’accaduto fa tremare i polsi dei compagni. Dei docenti, incapaci di prevedere la reazione dell’adolescente. L’insuccesso scolastico, la mancanza di fiducia in se stessi. L’incomunicabilità col mondo esterno, con le figure autoritarie, più che autorevoli. Adolescenti fragili. A caccia di successi a buon mercato. O di meriti non guadagnati. Ma anche insofferenti d’ingiustizie. Assetati d’equità. Inquieti della propria esistenza. Incapaci di reggere le sconfitte della vita.  Oggi in tanti a voler dare una spiegazione ad un gesto letale. Il dramma della scuola, non sempre al passo con la psicologia dell’allievo. Troppo spesso cacciatrice di cifre algebriche, più che di problematiche tra le pieghe dei banchi. Il mondo odierno, troppo esautorato dall’inseguire il successo, anzichè avvezzo ad accettare le sconfitte. La scuola fa poco a riguardo. Continua a sviscerare riforme contenutistiche, più che educative. A promuovere le competenze culturali, più che le perplessità psicologiche.  Alcune vite vengono buttate via, nel breve batter di ciglia. Altre, rapite alla luce inspiegabilmente. Dall’Abruzzo, la voglia di vivere. Che non ha impedito, anche nei giorni scorsi, ad un altro adolescente di togliersi la vita con un cappio. Giovani sempre più bisognosi di guide, anche psicologiche. Ben diverse da quelle strutturalmente psichiatriche, ancora identificate con squilibri mentali. Il disagio, spesso mistificato dalla tranquillità. Dietro personalità oppressive, l’ ansia della propria crescita. A caccia di un’esatta collocazione nella società attuale. Troppo convulsa, per far spazio all’ascolto. Troppo frenetica, per non finire in rete. Malgrado i tecnicismi più sofisticati, la lena virtuale, sempre più emulata. Mentre strapiomba la sensibilità, per tanti giovani, una scuola senza frontiere!

4 pensieri su “Morire di scuola!

  1. Il male interiore rode in silenzio, senza clamori e italiche sceneggiate. Le modalità con cui il giovane pone fine alla sua vita sono oggetto di studi s posteriori. Perché nelle scuole, accanto a figure più o meno utili non se ne prevede una preposta a monitorare l’autentico disagio, cosa che in altri Paesi già è attuata? .Siamo in Italia e non nel Giappone dove lo studente è in uniforme. La nostra Scuola (e tutto il comparto del Sapere) è un modello di non serietà ad iniziare dalla formazione e dal reclutamento dei Docenti in passato, per finire alle vistose posizioni “mammiste” o “stroncanti” a seconda dei consigli di classe. Ora tutti parlano di questo giovane che, volente o nolente, ha inflitto ai suoi genitori il dolore peggiore che due esseri umani possono sopportare e che non potrà mai essere superato. Forse il compito di Greco (la materia “tosta” del Ginnasio) è stato l’evento che ha sciolto l’ultimo dubbio in una vita di dubbi. Ma chi si è accorto che questo giovane studente aveva solo un bisogno disperato di essere ascoltato? di essere aiutato a capire il semplice perché lui vedeva con la maturità del grigio scuro, quello che la gioventù di “Grande Fratello” e di “McDonald” vede con i “sette” colori dell’iride, tra il chiasso della discoteca e qualche sasso giù dal primo cavalcavia per ammazzare la noia? Non succede più che docente e studente scambino quattro chiacchiere in un angolo senza che si rida di loro? …
    Giovane senza gioventù in una società di soli alieni che non sanno percepire un grido taciuto: sei stato sottratto al male futuro.

  2. “Giovane senza gioventù in una società di soli alieni che non sanno percepire un grido taciuto: sei stato sottratto al male futuro”.

    Vorrei qui ribadire l’ultima frase del prof. Ganci, estrema sintesi di una visione non ottimistica della società di oggi.

    Ma quando un calciatore viene pagato 11 milioni di euro all’anno ed a un lavoratore socialmente utile si danno 800 Eur al mese, mentre proprio dalla sinistra si levano critiche a chi fa notare queste differenze, allora si vede come i ruoli delle persone e le loro funzioni sociali siano ampiamente falsati dai media. Mentre a sinistra c’è chi difende i “padroni” di una volta (essendo forse tali loro stessi).

    In questa confusione di idee e di ruoli forse i giovani non riescono più a percepire da quale parte stanno i veri valori (li vogliamo chiamare così?). E, pur tuttavia, noi non saremo quelli che suoneranno la resa, proprio per il profondo rispetto di quel “grido taciuto”. Lavoreremo per superare questo momento, anche attraverso le nostre parole; ed onoreremo così la memoria di chi ha voluto far squillare un campanello di allarme, che spero non venga ignorato. Bene ha fatto, quindi, la dott.ssa Occidente Lupo a mettere in risalto questo caso.

  3. La vita è una cosa sacra!Buttarla via così e’ una cosa insensata e inspiegabile.La tragedia del gesto non si può commentare,però nn mi piacciono i luoghi comuni contro la scuola ,le riforme e quant’altro fatte poi da un’insegnante!I valori DEVONO essere insegnati dalle famiglie,non relegare alla scuola compiti non suoi.La scuola dovrebbe essere un supporto alla crescita dei ragazzi,un insegnante non può sapere tutto della personalità di un ragazzo..quello che gli succede durante il giorno..quello che gli passa per la mente…Non è vero che una volta si parlavano studenti ed insegnanti..no,la differenza è che una volta si aveva timore e soggezione,si aveva rispetto per chi aveva l’autorità per insegnarci qualcosa,oggi questa autorità è venuta meno dal continuo interferire nelle decisioni scolastiche dagli stessi genitori che difendono a prescindere i loro figlioletti.Parliamo del dolore che questo gesto ha arrecato ai propri genitori,sicuramente devastante,ma abbiamo pensato solo per un attimo a quello che ha provato e prova l’insegnante solo per aver fatto il suo lavoro,dando una valutazione ad un compito fatto male?Allora tutti promossi,tutti bravi perchè un insegnante deve aver paura di valutare,quindi qualè lo stimolo per continuare a fare al meglio il proprio lavoro? IO mi chiedo: Perchè quel ragazzo non si è impegnato durante l’anno scolastico?Poi con frasi retoriche diciamo che” la scuola non è al passo con la pscologia dell’allievo”,che”i giovani sono insofferenti alle ingiustizie”,ma dove li mandiamo i figli a scuola per imparare qualcosa?o li vorremmo mandare in una scuolaospedalepsichiatrico ‘così tanto per sobbarcare gli altri dei problemi dei nostri figli:Tanti genitori ,come si suol dire,predicano bene e razzolano male,dando cattivissimi esempi ai propri figli,in primis stando tante ore fuori casa ,in tante altre faccende affaccendate,oltre al lavoro,e dedicando i ritagli ai figli .La cosa più sconvolgente che poi osano dire:.

  4. Il lavoro del Docente è molto difficile e delicato, è vero che troppe volte genitori troppo stanchi o troppo assenti demandano alla scuola,oltre un puntuale ed aggiornato corso di studi, anche una funzione educativa. La pedagogia moderna insegna che la scuola è il luogo ove avviene il processo di socializzazione secondario, certamente gli insegnanti non hanno sufficiente preparazione in campo sociale per pretendere da loro una valutazione del rischio sociale a cui sono esposti i ragazzi. Ma proprio per questo colpisce che una persona affermi che il giovane suicida non si fosse impegnato durante l’anno scolastico. Le motivazioni che spingono un adolescente al suicidio possono essere molteplici e sono difficili da individuare anche dagli specialisti di psicopatologia.

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