Colonia San Giuseppe: la Cassazione boccia il Riesame
La logica del diritto, la cronistoria dei precedenti giurisprudenziali alla fine han dato ragione all’Arcivescovo Gerardo Pierro, inquisito per la ristrutturazione della Colonia San Giuseppe insieme a don Comincio Lanzara e don Enzo Rizzo. La Suprema Corte di Cassazione che, è necessario ribadirlo, esamina soltanto la legittimità senza entrare nel merito, ha sonoramente bocciato l’operato del tribunale del riesame di Salerno, che in data 7 ottobre 2008 aveva rigettato l’istanza di riesame presentata nell’interesse degli indagati avverso l’ordinanza di convalida del decreto di sequestro preventivo del PM Roberto Penna (emessa il 21 agosto 2008 dal GIP), confermando il provvedimento impugnato e condannando i ricorrenti in solido al pagamento delle spese del procedimento. Insomma la Cassazione ha, di fatto, cancellato l’ordinanza del Riesame decisa in camera di consiglio dai magistrati Maria Rosaria Cuomo (presidente), Giovanna Spinelli (giudice) e Mariagrazia Pisapia (giudice-est.). Ovviamente il provvedimento di sequestro resta per intero ancora attuale, tanto è vero che la Cassazione (in forma forse anche pilatesca) ha annullato l’ordinanza del Riesame ma con la formula del “rinvio” alla stesso Riesame che sarà costretto, dunque, a riformulare non le accuse ma le motivazioni che hanno portato alla conferma del sequestro; da qui la disquisizione sulla legittimità o meno del provvedimento stesso. Una formula bizantina quanto si vuole, ma assolutamente ineccepibile sotto l’aspetto del diritto. Ad essere estramamente sinceri, io che sono abituato al commento e non soltanto alla pubblicazione della notizia, devo onestamente riconoscere che già l’ordinanza di conferma del sequestro emessa dal Riesame offriva chiavi di lettura assolutamente pilatesche ed aperte ad ogni possibile decisione. Se si leggono attentamente le pagg. 10 e 11 del prefato provvedimento si appalesa con chiarezza il filo di rasoio sul quale è stato articolato (anche in chiave filosofica) il rigetto del ricorso. Non può essere sufficiente, credo, una semplice mancata iscrizione al CTG (Centro Turistico Giovanile) o il rinvenimento di tessere di iscrizione di adulti (non più giovani!!) per affermare l’esistenza di “albergo” anzichè di “colonia”. La battaglia certamente è lunga, ma sul piano legale l’esperienza del collegio difensivo (Avv. Paolo Carbone e Lorenzo Lentini) non mancherà di proporre nuovi spunti a discarico, mentre sul fronte opposto crescerà certamente la difficoltà del riesame nella riformulazione del provvedimento. La prima grande battaglia, secondo me, è stata vinta dall’Arcivescovo e dalla Curia intera.
Al di là di ogni questione giuridica c’è una questione morale grande quanto il globo. Credo che la Santa Sede debba porre fine al regno di Pierro e tentare di riportare la Chiesa salernitana sulle orme di Cristo. Chi ha avuto modo di conoscere l’operato di molti sacerdoti della Diocesi di Salerno (vecchi e giovani), la formazione ed i primi passi mossi da molti degli ordinati negli ultimi 15 anni, ha potuto vedere che trattasi di mestieranti e commercianti che aprono e chiudono centri commerciali e pulpiti politici più che pensare a diffondere il messaggio del Vangelo: carità e attenzione ai poveri nel corpo e nello spirito. A me risulta la loro esclusiva e massima attenzione al solo dio danaro e all’apparire. Il giorno che un vescovo nuovo saprà ricondurre questi caproni all’ovile, sarà la rivoluzione. Forse, però, questa è fatascienza!
Troppo schematica, retorica e qualunquista l’analisi (pur rispettabile) di Aniello. Il problema ovviamente è complesso e le responsabilit, ove esistessero, vanno ascritte a singole persone fisiche. Gli sconci denunciati da Aniello non debbono e non possono infangare un’intera classe ecclesiale che, invece, in centinaia e centinaia di altri casi dà costantemente prova di altruismo. Quante volte un sacerdote ha sacrificato la propria vita a difesa del prossimo! Questo comunque non dobbiamo dimenticarlo, mai.
Finlmente si pone un freno allo strapotere incontrastato della magistratura salernitana, ove, in molti casi, pur di sequestrare immobili e cantieri si inventano di tutto con l’aiuto di tecnici consulenti benevoli.