Il chirurgo Marcelletti: innocente?

di Rita Occidente Lupo

A 65 anni, succede che il cuore non regga più. Anche a cardiochirurghi come Marcelletti. In Capitale, presso l’Ospedale San Carlo, scomparso chi aveva ridato la vita a tanti bambini. Registrato tanti palpiti. Il suo muscolo sbuffante,  venuto meno. Sotto la spinta psicologica, quella dell’insufficienza. La digitale, massicciamente, esecutrice. L’autopsia, solo per accertare se decesso indotto. Marcelletti, il salvatore, anche quando gl’interventi disdegnavano il successo. Era avvenuto alle gemelle siamesi. Una vita fibrillante. Camice e bisturi, tra asettiche corsie della ricerca. Chirurgo doc, abile nel far pulsare il primo cuore in Italia, trapiantato ad un bambino. L’indice della Magistratura, lo scorso anno, su di lui. Tra i capi d’accusa, bancarotta fraudolenta, peculato, concussione. E produzione di materiale pornografico. Con annesso coinvolgimento di minorenne, la quattordicenne figlia di una sua ex compagna. Da tali accuse, sospensione ed allontanamento dalla professione. Naturale il crack psicologico. Da santo, a bruto. Un nuovo identikit per l’uomo del bisturi. Che, con fare deciso, riusciva a ridare speranze. Celato dietro sguardo professionale, coinvolgente, a tratti compartecipe di angustie familiari. Sfocata la figura dell’ ippocratico erede dabbene. Di uomo scevro da validi motivi speculativi. La sua notorietà, oltre confini. La sua fama, oltre continente. Le sue visite, richiestissime. Con i bambini, ci sapeva fare. Ne palpeggiava i sentimenti! Ne stimolava le sensazioni: a cuore aperto! Carnefice di sogni,  bruto senza pregiudizi, maniaco senza ritegno: non tale il suo habitus. Di colpo, una vita annientata. Una reputazione. Sulle incalzanti indagini, la depressione. Lo sconvolgimento. Marcelletti non reggeva. Dai fasti, al rischio di patrie galere. Dietro la sua professione, l’insidia della perversione. Forse non si conosceva abbastanza. Dopo vari rapporti affettivi e naufragate situazioni sentimentali, prima di approdare a quella che gli è stata poi accanto negli ultimi istanti da moglie, una vita all’ombra della carriera. E del successo. Sempre così. Quando si raggiungono gli apici, la terra traballa. Le gambe, inermi sul territorio un tempo considerato stabile. Tra vizi e perversioni. Brutture o soltanto istinti primordiali. Marcelletti s’è ritrovato probabilmente smarrito, confuso nella sua sessaulità di uomo. Annientato dalla visione di troppi pargoli, al punto da non identificarli più come papabili figli. Al di là del sesso e dell’età. Se la Giustizia, emetterà il suo verdetto di condanna per pedofilia, il chirurgo colpevole d’aver rubato i sogni dell’infanzia, stracciata la gioia di vivere ad un’adoelscente. Ma se invece sentenzierà l’innocenza,  quale riparo per aver giustiziato un altro martire?