Conte: Dal Quarto Stato al Quarto Partito
Ci sono voluti ben quindici anni affinchè l’ex ministro Carmelo Conte scrivesse un libro sullo scenario politico-economico-sociale-giudiziario che, secondo Lui, determinò l’annientamento dei partiti a tutto vantaggio del “potere economico” dopo la caduta del muro di Berlino. Il 1989 segna lo spartiacque vero ed effettivo, quasi un passaggio del testimone tra la politica-potere fatta dai partiti e l’economia-potere gestita dalle grandi lobbies internazionali. Le grandi famiglie mondiali, i potentati economici, i servizi deviati e la magistratura sono tutti strumenti inconsapevoli della globalizzazione che diventa ancora più aggressiva con la caduta rovinosa del comunismo. L’ultimo libro dal titolo “Sasso o coltello” Carmelo Conte lo aveva pubblicato nel 1994. Quello era uno strumento d’attacco; ogni pagina, ogni rigo di quel libro conteneva precisi messaggi trasversali che prefiguravano future denunce e specifiche responsabilizzazioni di quanto gli era accaduto ed era accaduto al PSI salernitano e nazionale. Dopo quindici anni una marcia indietro inspiegabile, un Conte visibilmente privo dello smalto battagliero e coinvolgente degli anni d’oro ha scritto “non la storia” (come Lui stesso ha ammesso) ma il racconto, anche filosofeggiante, di ciò che accadde nei primi anni ’90 fino al passaggio tra la prima e la seconda repubblica. A questo scenario gli interventi di Giuseppe Cacciatore, Mara Carfagna e Andrea Cozzolino, moderati dal direttore de “Il Mattino” Mario Orfeo, non hanno aggiunto proprio nulla, al di là delle cose ovvie (perchè note a tutti) con le quali, comunque, si scrive la storia. Perchè le cose realmente accadute e le cause di cotanti sconvolgimenti non le conosceremo mai, come sempre. E’ mancato l’incontro tra Carmelo Conte e Ciriaco De Mita (annunciato sugli inviti); avrei anche pagato per osservare le reazioni emotive e somatiche dei due dopo essersi reciprocamente accusati per anni. E’ mancato, quindi, ogni chiarimento del capitolo “La campagna dei quattro cantoni” gestita da De Mita attraverso “Il Mattino” ed abilmente descritta da Conte dalla pag. 169 del suo “Sasso o coltello”. Inascoltato purtroppo l’appello della coordinatrice della serata, Anna Bisogno, che meritevolmente ha anche cercato di portare i convenuti a discutere sul potere dei “mass media” in quella stagione di veleni e di vendette. La stampa, quella scritta, si è impegnata soltanto ad osannare la ministra Carfagna e il suo intervento (ovvio, in verità!!), forse perchè l’odore della sconfitta provinciale della sinistra incomincia a prender piede spingendo gli equilibri in altre direzioni. E nessuno si è accorto che la stessa Carfagna, oltre alla caduta di stile nei confronti della magistratura che comunque ha prodotto applausi in platea, si è palesemente contraddetta quando ha parlato della “selezione territoriale” quale migliore strumento per le nomine e l’organizzazione del partito; proprio Lei che delle scelte apodittiche ne ha fatto una caratterizzazione personale di potere. Fortunatamente a risollevare il tono della serata ci ha pensato il solito vecchio leone che, ripreso per un attimo il suo proverbiale smalto, ha piazzato almeno tre zampate: Obama cambia su consiglio di chi ha provocato la crisi, le risorse stanziate per il Sud non corrispondono mai a quelle realmete erogate ed, infine, che la stagione di tangentopoli travolse tutti perchè c’era uno stato di diffusa illegalità. La magistratura, ergo, cercò forse di svolgere un compito di moralizzazione della pubblica amministrazione, perdendosi in un compito che non era proprio della giustizia commutativa. Nessun complotto magistratura-stampa ha, dunque, concluso Conte, ma estremizzazione senza precedenti. Ci vorranno ancora quindici anni, forse, per conoscere nuovi e importanti passaggi su quella che è passata alla storia come “la rivoluzione dei giudici” e che “Dal quarto stato al quarto partito” poteva e non ha raccontato. Un libro certamente da acquistare e leggere attentamente.