Il consigliere Ragosta:subito legge per la pesca

 

 

 

Accelerare l’iter per l’esame da parte della Commissione Bilancio della legge che regolamenta la pesca nel territorio della regione Campania. E’ quanto ha chiesto il presidente della Commissione regionale Ambiente, Michele Ragosta,  al termine di un incontro con i rappresentati della Cooperativa Acqua Marina di Salerno che hanno illustrato al Consigliere regionale che presiede la VII Commissione, tutti i disagi e le difficoltà che il comparto sta attraverso per l’assenza di una disciplina che indichi norme e prevenga l’esercizio abusivo ed illegale dell’attività della pesca, danneggiando chi vive con questo mestiere. La maggior parte della flotta campana  rientra nel segmento produttivo della piccola pesca, (1353 imbarcazioni, con una stazza complessiva di 4110 tsl, che danno lavoro a 3044 addetti), un  segmento nel quale confluiscono battelli di piccole dimensioni (inferiori alle 10 tsl) che utilizzano in modo prevalente tecniche caratterizzate da un elevato grado di artigianalita’ quali reti da posta, palangari, lenze, ami e nasse. Michele Ragosta ha invitato il Presidente della II Commissione Regionale ad inserire già, nella prossima seduta, all’ordine del giorno, la proposta con la quale si spera di dotare finalmente la Regione Campania di un riferimento legislativo al mondo della pesca. “ E’ il momento di recuperare ritardi enormi accumulati negli anni rispetto al settore – ha evidenziato il presidente Ragosta- che è parte fondamentale del tessuto economico della provincia di Salerno e dell’intera Regione”. Dall’incontro con i rappresentati della Cooperativa Acqua Marina di Salerno sono emersi anche i maggiori punti di criticità del settore.” Il golfo di Salerno- ha infatti fatto notare Salvatore Fiorillo, presidente della Cooperativa Acqua Marina-  è l’unico che ancora concede permessi per la pesca    mediante l’utilizzo di draghe idrauliche  turbosoffiati,  attrezzi che penetrano per una profondità di due metri  nel fondo marino per raccogliere, avanzando, tutti gli organismi presenti nel substrato. Il sistema che dovrebbe consentire di trattenere i molluschi finisce per distruggere fauna e flora aspirate, una vera e propria strage per l’ecosistema marino.”  La proposta che arriva dai rappresentati salernitani della piccola pesca è quella di arrivare a definire un Distretto Marino per esercitare la pesca. “ Avere un territorio delimitato dove la pesca può essere esercitato solo mediante specifiche autorizzazioni, come avviene per la caccia, signfica per noi pescatori di mestiere anche avere maggiore garanzie di controlli- ha aggiunto Rosario Consiglio, consigliere della Cooperativa Acqua Marina-  contro chi pratica la professione in modo abusivo ed anche esercitando veri e propri  raid vandalici alle reti e alle imbarcazioni dei pescatori di professione”.