Rimandata a settembre la scuola vista dagli studenti
Salvatore Ganci
E’ il titolo di un articolo di Donata Bonometti apparso su “Il Secolo XIX” di oggi. “Insoddisfacenti i rapporti con gli insegnanti, nessun rapporto con il mondo del lavoro” questo è un po’ la sintesi di una indagine condotta su un campione di 1500 studenti tra i 19 e i 25 anni (quindi già esterni alla scuola) in tre diverse città italiane.Tra i vari quesiti proposti colpisce il fatto che uno studente su cinque ammette di avere compiuto una scelta sbagliata di indirizzo di studi (troppa specificità di offerta?). Mentre il tema “scuola-lavoro” entra con rilevanza nell’indagine, colpisce l’esordio iniziale: “Tra i tuoi insegnanti ce n’è stato uno che ha esercitato su di te un’influenza positiva e decisiva?”. Il 19% ha risposto “no” (nessun docente), il 45% ha risposto sì (uno solo) e il restante 36 % ha risposto “diversi insegnanti”. Per quanto riguarda i docenti (al terzo posto di una classifica di valori), l’apprezzamento è per la competenza didattica e non certo per la loro disponibilità umana. Non ho mai compiuto indagini così sistematiche, ma prima come studente, poi come docente ed ora come genitore, direi che le risultanze sono interessanti e in accordo con alcuni miei dati “fenomenologici” e non statistici. Uno studente, anche il meno studioso, presenta un “fiuto” infallibile nel percepire in meno di mezz’ora se il docente nuovo che ha davanti ha competenza e didattica (e ama il suo lavoro) o se “tira alla sopravvivenza” e spesso il rapporto con la classe risente di questo “pregiudizio” iniziale. Dai dati emersi risulta pertanto che la maggioranza dei docenti è, quanto meno, competente nella didattica e se viene rimproverata la “scarsa disponibilità umana” (in un senso non facile da definire ma che si intuisce facilmente) questa non fa parte del Contratto di Lavoro. Purtroppo esistono lavori che svolti solamente “secondo contratto” sarebbero persino perniciosi pur restando salva la competenza. Pensate ad un reparto di Medicina Generale o di Neurologia o, peggio ancora, di Oncologia infantile.Come uomo e poi come docente ho sempre pensato che una buona parola al ragazzino che ha sbagliato miseramente un compito in classe, perché non aveva capito pur applicandosi, non costa nulla e forse può produrre un po’ di bene. E’ tutta qui la “scarsa disponibilità umana”? E’ vero che una buona parola non fa parte del Contratto, ma, specie se è sentita, non costa proprio nulla. Nei miei ricordi di Liceo ricordo sempre il mio vecchio professore di Latino (un tremendo prete) cui devo con riconoscenza ed immutato affetto la mia struttura morale (buona o cattiva che essa sia) ed anche il gusto di apprezzare finalmente una materia che mi era prima problematica. Il tutto sotto forma di perpetua sfida personale tra me e lui fino a che non lo feci finalmente sorridere con una traduzione un po’ “osé” del carme a Pirra. La sua competenza didattica? Indefinibile, forse perche la “didattica” è uno “Zen” e non una scienza: un Uomo che sapeva catturare la tua mente e la tua anima.La sua competenza? All’epoca in cui lasciai il Liceo, 7 premi Amsterdam di Poesia Latina, ma al di là di tutto un Uomo che amava profondamente la Scuola e il suo lavoro. Il risvolto negativo? La mia insegnate di Francese sotto la cui guida quei due ottimi anni di Francese della Scuola Media diventarono un incubo di regole e di costrutti sintattici fantasmagorici: a Ginevra, nei negozi, scrivevo la mia richiesta su un foglio di carta (in perfetta Lingua) incapace a tutt’oggi ad aprire bocca dopo un umiliante apprezzamento negativo della mia insegnante davanti ai miei compagni.Riflettevo più su quando ero studente che su quando ero docente nel leggere questo interessante articolo. Sì, la scuola è rimandata a settembre, ma, per fortuna, non è bocciata. Speriamo che a settembre si ricordi che deve essere “Tempio” e non è “tana” (questo era l’Aut –Aut del mio Professore di Latino) e speriamo soprattutto che il corpo Docente sappia scrollarsi quella etichetta di “Lavoratori a mezzo tempo e mezzo stipendio” che P. Marazzini usa in un suo saggio. Sono certo che a settembre sarà promossa con un ottimo voto. Un lavoro non amato, poco rischia di produrre.