RDB-CUB: in piazza a luglio per un futuro senza scadenze
La pausa dei lavori del Parlamento sancisce di fatto la non approvazione dell’art. 7 ammazzastabilizzazioni, contenuto nel disegno di legge 1167 in discussione al Senato, che prevedeva entro il 30 giugno il termine delle procedure di stabilizzazione. La mancata approvazione nei termini previsti dell’articolo ammazzastabilizzazioni voluto da Brunetta è la conferma che la questione precari nel P.I. non può avere come soluzione il licenziamento e la cancellazione anticipata delle norme speciali per le stabilizzazioni. I precari ci sono, sono tanti e garantiscono che servizi essenziali vengano erogati con continuità. Di fronte a questo dato di fatto ineludibile, le schermaglie sui numeri del monitoraggio non inchiodano il Governo alle sue responsabilità e sono utili solo per chi non vuole affrontare seriamente la questione precarietà o per chi difende le scelte del precedente Governo, esse stesse insufficienti e limitate negli effetti. A questo punto non si tratta più tanto di difendere la situazione esistente e con essa la precarietà; al contrario si deve arrivare alla stabilizzazione di tutti i precari del Pubblico Impiego, un investimento utile a rilanciare la P.A. e migliorare i servizi che essa fornisce ai cittadini. I processi di stabilizzazione vanno inoltre confermati ed estesi a tutte quelle forme contrattuali che non sono state considerate nelle prime stesure. Per questi motivi, dopo le iniziative di lotta nei posti di lavoro, le manifestazioni e i presìdi sotto al Senato per bloccare l’ammazzastabilizzazioni, i primi di luglio saremo in piazza per festeggiare questa parziale ma importante vittoria e per lanciare un ponte ideale con il prossimo autunno, quando il movimento dei precari scenderà in piazza per rivendicare con assoluta determinazione il diritto ad un futuro senza scadenza.