Elezioni: il ribaltone dei rappresentanti di lista

Aldo Bianchini

E’ un fenomeno del quale quasi nessuno del Centro-Destra conosce e/o disciplina; parlo dell’onda anomala dei “rappresentanti di lista” che si muovono su tutto il territorio provinciale e che, in teoria, potrebbero anche capovolgere l’esito del voto quando esso è in bilico sul filo di lana. E’ un fenomeno che il centro-destra non conosce perchè non è militarizzato come il centro-sinistra che, invece, queste pratiche le conosce e le utilizza molto bene. Andiamo per gradi. Ogni partito ha mediamente diritto a due “rappresentanti di lista” per ogni seggio; per le elezioni provinciali sono stati attivati circa mille seggi e, quindi, fatti i debiti calcoli per numero di rappresentanti, di seggi e di liste si arriva ad un piccolo esercito di circa 58.000 “rappresentanti”  che hanno la possibilità di votare dove vanno ad espletare il loro incarico. E fin quì tutto bene. Sta di fatto, però, che in moltissimi casi si verifica che il rappresentante di lista voti prima nel suo seggio naturale e poi ripeta l’operazione nel seggio dove è stato incaricato di rappresentare la lista. Sono tante le scuse per poter votare due volte: smarrimento della tessera elettorale, complicità del presidente di seggio, distrazione dei componenti il seggio, e così via. Anche se ogni presidente ha il dovere di controllare che il rappresentante non abbia votato nel suo seggio naturale; ma quante volte tutto ciò avviene. Quasi mai è la risposta immediata. Insomma non è mai accaduto che un rappresentante di lista sia stato accusato di questo specifico reato. Eppure le voci si accavallano alle voci e gli squadroni corazzati del centro-sinistra sberleffano gli inaffidabili cavalieri del centro-destra con il nasino all’insù, impreparati e poco propensi al sacrificio  di ore di guardia dinnanzi e dentro i seggi elettorali. 34.000 rappresentanti per il centro-destra, 20.000 per il centro sinistra e 2.000 a testa per gli altri due raggruppamenti, queste le cifre in provincia di Salerno dove, a detta di molti, un candidato potrà vincere sugli altri anche per una manciata di voti. Pensate, quindi, a cosa potrebbe succedere senza che mai nessuno ne venga a conoscenza. Brutta storia questa dei “rappresentanti di lista” che potranno godere anche di giorni di ferie pagate per l’impegno elettorale. Insomma al danno si aggiunge la beffa, come da buon costume italico. Peccato che in questo “bel Paese” manchino da sempre i controlli, quelli veri.