Ippolito di Pastina, il Masaniello di Salerno, al Centro sociale
Nell’ambito del cartellone teatrale della Città dei Creativi, organizzato dal Comune di Salerno, domenica 14 giugno alle ore 21,00 al Centro Sociale di Salerno (Via Cantarella – Quartiere Italia), si terrà lo spettacolo teatrale: “Ippolito di Pastina – il Masaniello salernitano” (l’ingresso è gratuito).Lo spettacolo è organizzato dall’associazione culturale Cesme (Centro Studi Mediterraneo); si tratta di una rappresentazione teatrale che racconta la storia di un povero pescivendolo salernitano del Seicento, Ippolito, che prendendo spunto dalla rivoluzione napoletana di Masaniello, convinse la popolazione salernitana a ribellarsi al malgoverno spagnolo. Con questo lavoro, scritto da Luigi Vernieri con la collaborazione di Michele Piastrella, e sapientemente diretto da Sonia Di Domenico, il Cesme vuole innanzitutto far conoscere questa figura storica, purtroppo ignorata da molti salernitani, ma anche rivalutarla dal punto di vista umano, visto che una parte della storiografia lo ha tramandato come un brigante che, con il pretesto della rivoluzione, ha voluto salvaguardare i suoi interessi personali. “A noi – dicono gli autori dello spettacolo – piace pensare che Ippolito si sia fatto solamente portavoce del malcontento del popolo, ormai esausto delle continue tasse, che gli spagnoli introdussero, forse, per soddisfare i loro capricci, ma che portarono i salernitani a conoscere la miseria.”Lo spettacolo, sottolineano gli autori, è quanto male attuale: ancora oggi, in ogni luogo, la voce dei poveri, della gente comune, è sempre soffocata e ignorata dai potenti della Terra; è necessario, invece, prendere coscienza dei soprusi e battersi per i propri diritti. Forse non è auspicabile una ‘rivoluzione’ nel senso letterale del termine, ma quantomeno una rivoluzione culturale, che ponga l’attenzione sui disagi vissuti da tanta gente, e una rivoluzione dell’anima, che ogni persona dovrebbe operare dentro di sé, per poter portare fuori la propria, vera, personalità, con tutto il suo potenziale creativo.Se in ciascuno scattasse la molla che all’epoca scattò in Ippolito, potremmo avere un’umanità veramente ‘libera’: libera da soprusi e ingiustizie e libera di manifestare l’infinita bellezza che ha dentro.