Spiritualità: l’arcangelo Michele ed i fiori
Non farò la storia dell’Arcangelo San Michele, ma la sfioreremo con un episodio intrinseco ed estrinseco allo stesso tempo. A fine mese d’Aprile, un signore di Torino, il dott. Marcello Perotti, grande devoto di san Michele e degli spiriti celesti, siccome io e il nostro Assistente spirituale dell’Associazione Milizia di San Michele Arcangelo don Marcello Stanzione stiamo per scrivere un nuovo libro- calendario di pensieri angelici giornalieri e piante o fiori ci chiede a bruciapelo: “ Ma qual è il fiore di San Michele?”. Immaginatevi lo spiazzamento che ci provoca questa curiosità. Attiviamo il nostro sensore e facciamo una scoperta che ha dello strabiliante: il Narciso bianco e tutta la famiglia delle Amarillidacee in generale, ivi compresa la sua espressione più semplice e genuina, il Bucaneve. Non mi soffermo sul miracolo dei Monti Faliesi, ma sui fiori che ritengono la nostra attenzione per l’inerenza al tema che verrà trattato nel corso di questo Convegno.Il Bucaneve, simbolo di genuinità ma anche, come direbbe un esperto di manchismo politico, che rompe la tradizione della conformità, espressione della coltre nevosa, dando origine alla multiforme varietà dei fiori che spuntano dalla neve, a simbolo del torpore luciferino dopo la famigerata espressione del “Non serviam” e che, avendo colto tutti di sorpresa, stava per rendere soporifera la reazione angelica. Il “Quis ut Deus?”, di San Michele, spezza questa coltre ed inizia la reazione degli Angeli fedeli a Dio, sotto la guida dell’Angelo della Pace che, nell’occasione, diventa invitto Guerriero dell’Altissimo ed a cui spetterà poi il titolo di Arcangelo, da “arkhé”, capo, e “aggelos”, angelo, e quindi di capo degli Angeli o, per meglio dire, come dicevano gli antichi latini, di “Primus inter pares”, ovverosia di primo tra pari, a simbolo del suo successivo Protetto, il Papa, “Primo tra i Vescovi”, che sono equiparati agli Angeli od Arcangeli. Simbolo di innocenza, di attesa e di speranza.Il Narciso, e per giunta Bianco, perché questo fiore, della specie delle liliacee, cui appartiene anche il giglio, simbolo di San Gabriele e di San Giuseppe, come tutti sanno non cresce mai da solo ma in gruppi di quattro o di cinque. Simbolo, in questo caso, non già di amor proprio in senso stretto, ma in senso lato, ossia di difesa dei diritti di Dio di fronte all’egoismo luciferino. E quattro o cinque stanno a rappresentare la Croce – il Quattro – con il suo Difensore, il cinque.L’Amarillide è il fiore, sempre a gruppi dalle tre alle cinque unità, con sui bordi, il rosso amarillide o scarlatto, con all’interno il bianco. San Michele è rappresentato, il più delle volte, dai pittori, indossante un mantello rosso scarlatto, con una tunica o sottoveste bianca. Forse è questo il fiore più attinente alla figura del Santo Arcangelo, difensore dei diritti divini.