Mercato San Severino: il Virgilio in scena con la Medea
Gran bello spettacolo davvero, quello realizzato dai giovani attori, validi e propositivi seppur “in erba”, frequentanti l’ultimo anno del liceo classico presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Virgilio” a Mercato S. Severino. Una convincente ed affascinante kermesse, un percorso dentro temi ancora attuali: l’emancipazione femminile, la complessità dell’animo umano e della “psiche” (intesa nel senso etimologico del termine, ovvero come “soffio” vitale, come “anima”); il sacrificio e l’abnegazione muliebri nonché il desiderio di vendetta, quale rancore che porta a insani gesti e tanto altro ancora. Questo ciò che è emerso dalla abituale, fatidica e consueta rappresentazione teatrale di terza liceo classico posta in essere per il progetto “Teatro greco”, portato avanti da anni dai valenti professori che insegnano al “Virgilio” – nella fattispecie presso l’indirizzo classico – e in particolare dall’insegnante di Greco e Latino (nonché Lettere) Lucia Polichetti. Un recital ricco di emozioni e colpi di scena: in questo è consistito l’adattamento di uno dei testi più difficili e complessi del tragediografo Euripide, “Medea”, messo in scena dai bravissimi maturandi con l’appoggio degli entusiasti genitori che hanno per di più cucito incantevoli costumi morbidi e fluttuanti, adatti all’epoca come le calzature, tipo sandali “alla schiava”.Un testo particolare, dunque, interessante ed anche laborioso da portare sul palcoscenico…ma sia la “prof” (la Polichetti) sia gli allievi non si sono fatti certo “spaventare” dalle difficoltà insite nella rielaborazione dell’antica tragedia, attribuita ad Euripide, tragediografo tra i più famosi del mondo classico assieme a Eschilo e Sofocle; Aristofane invece (traducendo il nome: “colui che si mostra il migliore”) era commediografo: di lui ricordiamo “Lisistrata” (cioè “colei che dirime, che scioglie gli eserciti”).Presenti alla messa in scena: del 12 giugno scorso la dirigente scolastica, preside Maria Saponiero; il neoeletto sindaco di Mercato S. Severino alla prima uscita pubblica, Giovanni Romano; varie personalità, molti insegnanti ma soprattutto la “claque” di familiari e amici degli entusiasti studenti. Negli indirizzi di saluto che hanno seguito la rappresentazione, la preside e Romano hanno fatto il punto sulla situazione in cui versa il complesso scolastico, ospitato da troppo tempo ormai presso il locale centro sociale e soggetto a sovraffollamento. In particolare il sindaco ha promesso e garantito il proprio appoggio e l’impegno di tutta l’amministrazione a favore delle problematiche in cui versa oggi il comunque glorioso “Virgilio”, ossia la necessità di una sede stabile e la costruzione di un polo scolastico per scuole superiori da sempre promesso da parte di politici e mai finora realizzato. La piece è stata formidabile, senza molte sbavature, con la perizia e l’impegno dovuto a grandi sacrifici e alla passione che comunque contraddistingue tutti i giovani e in questo caso quelli del classico. Forse l’unica nota degna di rilievo è stata rappresentata dall’audio, poiché i microfoni posizionati in alto non funzionavano bene, e c’era anche molto caldo nell’auditorium del centro sociale ove si è tenuta la tragedia. Per il resto, tutto meravigliosamente bene: una ispirata Medea, un beffardo Giasone, commoventi i figli di Giasone e Medea, entusiasmanti le coriste e la corifea: il coro greco, nel mondo del teatro classico, rappresenta la voce appunto corale, ma anche “accorata” del popolo, l’estrinsecazione dei sentimenti da parte di tutti, persone che partecipano alla gioia e/o al dolore, come in questo caso, dei protagonisti pur rimanendo pressoché lontane dalla scena o quantomeno più distanti che gli attori principali. La triste storia è ben nota, per lo meno agli studiosi di teatro lirico greco: Medea viene abbandonata dal marito Giasone, che vuole sposare un’altra donna, figlia del re di Iolco, e per vendetta l’eroina rappresentante l’umanità femminile (l’altra metà del cielo, insomma), non priva di pudore e sentimenti donneschi che la portano infatti ad azioni assurde, uccide nel finale i figli avuti da Giasone in un crescendo monologato di tragedia e tristezza, di pietà e di dolorosa dignità femminile tradita. Molto convincente quindi Elena Celentano, nei panni della protagonista, ma si sono rivelati anche bravi gli altri partecipanti al recital; una conclusione di scuola con botto, quindi, ma anche con tanta commozione e il retrogusto amaro di chi lascia i compagni di scuola, amici in varie occasioni e sodali goliardici, senza poi avere la speranza di rivederli per altri anni scolastici: stiamo infatti parlando di questi “attori”, che – appunto – diplomandosi quest’anno, l’anno prossimo si recheranno all’università e potrebbero non frequentare o semplicemente non ritrovare più le stesse amicizie del liceo.