Flop referendario!

Referendum…bocciato. Al 20% nel Paese ed al 15,47% nel salernitano. Ora  le accuse e gl’inevitabili sensi di colpa. Di chi già aveva sollevato l’indice accusatore, procrastinando la data ed invitando quasi a non assecondare un’elezione che, sostanzialmente, avrebbe creato ulteriori problemi alle alleanze. Poi, timidamente, fatta eccezione del leader Fini, qualcuno aveva fatto dietro front, salvando la propria immagine di…politic correct. Dando cioè l’esempio, in doppio-petto o gessato, di come s’infili una scheda votata nell’urna. Se, dunque, il referendum lascia sul campo le inevitabili spese di gestione, con tutto l’apparato elettorale da saldare, non avendo arriso al quorum alcuno dei tre quesiti, grande fibrillazione per lo spoglio dei ballottaggi. Al primo turno la maggioranza aveva  conquistato 26 province, 15 delle quali strappate al Pd. Anche a Milano, dove s’è recato lo stesso presidente Berlusconi a votare, grande suspance per l’esito del   ballottaggio. Per le comunali, in bilico le sorti di ben due Comuni ballottati: Firenze e Bologna. Nove i capoluoghi al centrodestra, 5 al centrosinistra. E mentre si sorride di un ennesimo flop, le urne giurassiche vengono smontate e custodite già…per il prossimo anno! Le regionali, attenderanno tanti al varco. E, stavolta, c’è da scommeterci che non ci saranno perplessità in merito agli eletti. In quanto all’astensionismo, questo è un dato ugualmente serio su cui riflettere. Un po’ perchè dà il senso della sfiducia, ormai ingenerata, nell’espressione del proprio consenso, capace di mutare effettivamente uno status quo che non soddisfa più, un po’ perchè fa capire che anche per la regione, ente vicino al territorio, calato sul territorio, i cittadini vogliano dir la loro, senza voto o preferenze blindate. Al momento, si contano…gli emolumenti in fumo!