Per il fine vita istituire un registro europeo
Istituire un registro informatico condiviso tra tutti gli stati europei, con la finalità di custodire le volontà delle persone, relative ai trattamenti da ricevere nella fase terminale della propria esistenza. E’ la proposta emersa nel congresso tenutosi a Sestri Levante (GE), nel quale si sono riuniti i membri del Comitato franco-italiano dei Notariati ligure e provenzale. Dal congresso, dedicato espressamente al ruolo del Notaio in rapporto al testamento biologico, nasce una proposta concreta: creare un “Registro generale dei testamenti di vita”, legittimato dalla professionalità del Notaio che avrebbe titolo per accertare il grado di consapevolezza del soggetto che desideri esprimere le proprie volontà in merito a questo tema estremamente delicato e divenuto prepotentemente d’attualità a seguito della dolorosa vicenda di Eluana Englaro. Ugo Bechini (Presidente del Comitato franco-italiano) ha sottolineato l’importanza dell’accessibilità a livello europeo di questo ipotetico registro, in ragione dell’elevata mobilità dei cittadini di oggi.” L’intervento del Notaio in questa importante tematica viene ritenuto fondamentale al fine di garantire il rispetto della privacy del soggetto, e per conferire alle volontà espresse una valenza indiscutibile”, questa la posizione espressa da Antonio Longo, Presidente del Movimento per la difesa del cittadino. Per dare voce alla posizione della Chiesa Cattolica era presente al congresso Padre Luca Maria Bucci,dell’ordine dei frati minori cappuccini, il quale ha testimoniato le possibilità di apertura in merito al testamento biologico, sottolineando che “Il favore della Chiesa va sempre al diritto alla vita, anche se non va difeso l’accanimento terapeutico laddove le terapie di cura non siano più vantaggiose. Occorre evitare il rischio di subordinare le cure all’economia e svalutare il valore della vita, quando le condizioni non sono ottimali”. Dopo mesi di feroci polemiche e discussioni sembrano delinearsi posizioni più concilianti, presupposto necessario ed imprescindibile per giungere ad una legislazione costruttiva e rispettosa di quello che dovrebbe essere un diritto inviolabile della persona: scegliere consapevolmente a quali trattamenti sottoporsi, o meno in occasione della fine della propria vita. Si apre un’altra enorme problematica di tipo etico: quando una persona è davvero consapevole? Le esperienze del proprio vissuto, la cultura in cui viviamo, il grado di comprensione della spesso fredda e troppo tecnica terminologia medica, la condizione psicologica del soggetto, sono tutti elementi che non possono essere ignorati da coloro che saranno chiamati a legiferare sulle condizioni nelle quali un testamento biologico deve essere redatto al fine di essere considerato espressione consapevole e libera di volontà. Importante certamente la figura di un professionista quale il Notaio al fine di garantire i diritti della persona, ma, a mio parere, fondamentale sarebbe rilevare in modo compiuto ed approfondito le motivazioni che portano un soggetto al voler redigere un testamento biologico. Io non credo che una persona cui sia stata diagnosticata una patologia di rilevante gravità possa essere nelle giuste condizioni psicologiche per poter scegliere le condizioni del proprio fine vita. Così come una persona che ha subito lutti recenti o ha assistito ad eventi di particolare impatto emotivo, che possano pregiudicare o condizionare il proprio livello di consapevolezza. Sarebbe forse opportuno tenere conto dello stato emotivo della persona al momento di ponderare ed esprimere le volontà sul fine vita. Nella nostra società la morte viene o spettacolarizzata o nascosta, raramente se ne parla con il pacato riguardo dovuto ad un evento certamente doloroso, ma ineluttabile. E’ un evento vissuto con fortissimo coinvolgimento emotivo, specie quando coglie in maniera violenta o colpisce un personaggio famoso, o, all’opposto, con agghiacciante indifferenza, come quando a morire è un povero barbone su di una panchina in pieno inverno… Questa è la nostra società, che se fosse possibile raffigurarla con sembianze umane, di fronte a queste mie affermazioni probabilmente farebbe spallucce, tanto siamo in estate…