Memoli-Marino: la Gomorra di Paestum !!
Aldo Bianchini
Udite, udite !!! Pasquale Marino, politico da una vita, sindaco di Capaccio da sempre, esce allo scoperto e con una brevissima dichiarazione sul “Corriere del Mezzogiorno” annuncia che il “caporalato”, macchia indelebile della piana del Sele, non esiste più e, forse, non è mai esistito e minaccia querele contro Salvatore Memoli. Questa è la sensazione che si ricava leggendo le poche parole di Marino che il Corriere, purtroppo, si limita a pubblicare soltanto senza azzardare il benchè minimo commento. Questo è un giornalismo che, probabilmente, rispetta soltanto delle regole ormai superate in quanto non trovano (a mio sindacabilissimo giudizio) terreno fertile in una realtà territoriale e ambientale completamente rivoluzionata rispetto ai tempi in cui quelle regole furono probabilmente scritte. Pasquale Marino l’ha detta molto grossa e nessuno riesce a valutare l’enormità del suo parlare che, molto verosimilmente, è solo frutto della rabbia (non consona ad un primo cittadino di una zona molto a rischio) contro Salvatore Memoli (neo consigliere provinciale) che in un’intervista rilasciata sempre allo stesso giornale domenica 5 luglio aveva semplicemente e testualmente detto: “La Gomorra salernitana è nella Piana del Sele, a Paestum dove nelle aziende bufaline (e non solo, aggiungo io!!) lavorano in stato di clandestinità migliaia di indiani. E’ un mondo sommerso, pericolosissimo che io ho studiato, fatto di terreni incolti e di credito agrario, verso il quale nessuno fa niente. Pensi che mentre io piangevo qualche indefinibile assessore provinciale promuoveva la festa della mozzarella di bufala, dimenticando che la mozzarella si produce grazie al lavoro dei clandestini”. Una intervista, come avete capito, incentrata sul dolore e sul ricordo della mamma scomparsa dal 12 luglio del 2007 e sulla constatazione di una realtà che puntualmente la Direzione Provinciale del Lavoro (ex ispettorato), in combinata con altri Enti, tiene costantemente sotto controllo perchè considerata “ad alto rischio” proprio dal punto di vista del lavoro nero. Ma Marino ha aggiunto di più: “…Le aziende nella zona si avvalgono di personale qualificato e in regola con contributi e certificati sanitari …..”. Insomma come dire chiudiamo tutti gli Enti preposti al controllo della sicurezza, dell’igiene e della legalità; e bravo Marino!! Mi viene quasi da ridere. Mi aspetto una denuncia anche io. Pasquale Marino pensi piuttosto e serenamente a fare qualcosa per migliorare la situazione denunciata da Memoli invece di preoccuparsi della buona organizzazione del Premio Charlot, in quella zona non c’è da ridere ma solo da piangere.