Coordinamento Libero Grassi,Ravveduto:"Simme 'a camorra",società incivile salernitana
Crediamo sia giusto tornare sui fatti accaduti al Polo Nautico. Non ci interessa ciò che avviene dentro il PD salernitano, ci preoccupa piuttosto un’idea di città che emerge dai resoconti della stampa. È una Salerno che non ci piace quella in cui alcuni dipendenti di una società partecipata del Comune di Salerno si dichiarano appartenenti alla camorra spacciandosi per fans del Sindaco. Un dipendente pubblico che dice “Simme ‘a Camorra” impone, alla propria alla coscienza di cittadino, il dovere di porre alcune domande dal sapore amaro: 1) questi signori sono superiori perché appartenendo alla camorra non hanno nessun problema ad usare la violenza come arma impropria di dialogo?; 2)come è stato possibile che tali supposti camorristi siano stati assunti come dipendenti delle società miste dell’ente locale; 3) se alcuni dipendenti del Comune dicono di appartenere alla Camorra significa che la camorra si è infiltrata nell’ente locale?; 4) se questi autonominatisi camorristi si presentano ad un’assemblea di partito in qualità di elettori vuol dire il consenso elettorale di quel partito è inquinato dai voti della camorra?; 5) perché questi figuri hanno tirato in ballo il nome del Sindaco per fare la voce grossa? 6) perché il Sindaco chiamato in causa come mandante, da parte degli stessi pseudo camorristi, non interviene?; 7) è giusto far calare il silenzio su un fatto così grave o piuttosto è necessario chiedere alla magistratura di fare chiarezza?Con ogni probabilità l’aver alimentato in 16 anni di governo, con un linguaggio violento da ultrà, un’identità civica basata sull’autoritarismo in cambio di una supposta efficienza amministrativa e l’aver immaginato che si potesse elevare la qualità della vita urbana proclamando una ipotetica superiorità di Salerno rispetto alle altre città della Campania ha prodotto un civismo autoreferenziale, in cui la città capoluogo diventa proprietà privata inviolabile. Si può accettare supinamente che l’opinione pubblica nazionale si rassegni all’idea che nel Mezzogiorno e in Campania la criminalità organizzata sia parte integrante della politica e della Pubblica Amministrazione? Un episodio di tal genere non macchia proprio quella supposta superiorità civica su cui si è fondato il progetto di governo della città? I dirigenti locali, regionali e nazionali del partito coinvolto che faranno oltre le pubbliche dichiarazioni di condanna? Il prossimo Consiglio comunale metterà l’argomento all’ordine del giorno? La classe dirigente diffusa della città composta, per fortuna, da persone perbene dovrebbe ribellarsi! Il condizionale è d’obbligo perché temiamo che tra qualche giorno tutto sembrerà tornato alla normalità.
Il Presidente
Marcello Ravveduto
La denuncia fatta dal presidente Ravveduto mi trova perfettamente d’accordo.Sono di uno schieramento politico avverso,ma è lontana da me qualsiasi ipotesi di strumentalizzazione. La gravità di quanto successo,deve trasversalmente coinvolgere tutti i soggetti politici.Si potrebbero organizzare una serie d’incontri nella “Nostra Salerno” con la partecipazione dei rapresentanti dei vari organi istituzionali, dei cittadini che non hanno voce,delle tantissime associazioni che non appartengono agli amici degli amici,per darsi poi una sorte di coordinamento pronto ad intervenire ogni qualvolta dovesse verificarsi quanto denunciato.Solo così, le “marionette” del polo nautico non avranno cittadinanza.
voglio rigraziare Pietro Abate per il suo commento ed invitarlo a sostenere insieme una stagione di legalità diffusa per la città di Salerno… incontriamoci e cominciamo a ragionare liberamente al di là di ogni appartenenza politica e sociale… Salerno ha le condizioni ideali per far barriera ad ogni forma di criminalità… organizziamoci…