Salerno: Avella, addio alla tradizione socialista
Il partito socialista in provincia di Salerno ha perso, oramai da tempo, ogni tipo di collegamento organico con il territorio e la comunità laica e riformista che oggi ancora si illude di rappresentare.Vittima di personalismi ha ceduto a scelte oramai sistematicamente calate dall’alto, a volontà imposte, a percorsi non condivisi e non corrispondenti al pensiero della base. Così facendo ha finito per agire esattamente nello stesso modo delle forze politiche di tipo “verticistico” che invece avversa. Questi ed altri fattori, limitando la naturale spinta alla crescita di un partito che pure, per i valori di grande tradizione politica che esso dovrebbe tutelare, è insita nella società italiana e salernitana in particolare, sono le ragioni per centinaia di socialisti (alcuni dei quali ‘storici’) non si riconosco più nel partito salernitano. Da qui l’emorragia di presenze, segnale chiaro ma assolutamente sottovalutato. Una attenta analisi delle evoluzioni politiche che hanno visto nell’ultimo periodo il partito socialista salernitano spettatore delle vittorie altrui ed impotente al cospetto delle motivazioni della sonante sconfitta; l’urgenza di riaffermare pienamente i valori della grande e nobile tradizione socialista ed il disagio nel constatare come la oramai inagibilità democratica del partito locale abbia reso lo stesso infrequentabile mi hanno spinto ad abbandonare questa esperienza politica. Passaggio necessario ed oramai improcrastinabile alla luce della prossima importantissima scadenza elettorale rispetto alla quale, finalmente scevro da ingombranti lacciuoli politico-personali, impegnerò ogni energia al fine di garantire l’affermazione dei più autentici valori del riformismo socialista al servizio della comunità. Farò questo nella casa che riaffermerà e valorizzerà l’identità mia personale e politica.
Gennaro Avella