Giffoni Film Festival:Ryder,America troppo puritana, con Obama cambiera’
Attesa, bizzosa, tormentata. Winona Ryder ha conquistato il Giffoni Film Festival. E’ stata lei, tra i personaggi più fatali e controversi di Hollywood, la protagonista dell’ultimo giorno della rassegna per ragazzi più famosa del mondo. Abito sottoveste nero con pizzo ecru, acconciatura alla maschietto, carnagione diafana e rossetto pervinca, quasi si commuove quando parla dell’incontro che ha avuto con i giovani giurati: “E’ stato così emozionante incontrare i ragazzi del festival, quasi scoppiavo a piangere –dice- E pensare che tra loro può esserci il nuovo Coppola, il nuovo Scorsese. I ragazzi sono il nostro futuro”. A Giffoni è arrivata assieme ad un accompagnatore misterioso, James, che la fotografa ad ogni occasione e non le toglie mai lo sguardo di dosso.Le chiedono cosa sia per lei il tabù, una delle domande che il suo staff aveva chiesto di non rivolgerle. Lei si lascia tradurre la domanda. Guarda l’interlocutore, poi risponde semplice e diretta: “Il cinema è un luogo privilegiato dove poter esplorare i tabù e superarli. E’ anche per questo che il cinema rappresenta un mezzo sociale”. 38 anni, americana di nascita (padre russo e madre rumena), Winona, sotto lo sguardo preoccupato della sua assistente, non ferma il suo discorso. “Ci sono periodi bui in cui c’è un’aria puritana anche nel cinema –dice- Spero che in questa nuova era, con Barack Obama e lo dico da americana nata da immigrati, si allontani questo clima che ha caratterizzato l’America di George Bush e soprattutto di Bush padre. Alcuni mesi fa sono stati licenziati molti professori per quello che insegnavano. Ma adesso sento che qualcosa cambierà”. Poi parla dei suoi prossimi impegni cinematografici. “Dopo avermi visto in una piccola parte in Star Trek sarò nel film “The Private Lives of Pippa Lee” di Rebecca Miller con Robin Wright Penn, Monica Bellucci e Julianne Moore ( la Ryder interpreta il ruolo di Sandra Dulles, il film è diretto da Rebecca Miller autrice del romanzo da cui è tratto, ndr) e a novembre inizierò a girare un nuovo film ma è ancora in uno stato embrionale”. L’arrivo a Giffoni è anche l’occasione per guardare al passato: “Quando avevo vent’anni ho iniziato a girare film ma a quell’età ci sono molti cambiamenti, e spesso ero stanca e triste, mi sentivo anche sola, è stata dura confrontarmi con i miei amici che invece avevano problemi per pagare l’affitto. Il mio problema era scegliere che film fare. Spesso mi sono sentita in colpa per questo. Oggi a Hollywood per le donne mancano bei ruoli, è un momento di siccità, nessuno vuole assumersi rischi, mi sento a mio agio con le produzioni indipendenti, sono più coraggiose”. L’altra domanda che non le si può rivolgere riguarda i suoi problemi con la giustizia ma lei, in qualche modo, ne accenna: “Col tempo –dice- ho imparato a prendermi più pause, a ricavarmi i miei spazi dal lavoro. Ho capito che è l’unico modo per trovare un equilibrio”. Chiude con una battuta quando le arriva la domanda su quale partner al cinema le è più piaciuto baciare: “Daniel Day Lewis”, risponde sicura.