Mercato San Severino: aspettanne ‘o ciuccio e fuoche

 Anna Maria Noia

È stata prevista anche per questa edizione un’interessante serie di iniziative collaterali a coronare degnamente l’antica ma sempre rinnovata tradizione del ciuccio di fuoco, in atto ad Acigliano, frazione di Mercato S. Severino nella notte tra il 15 e 16 agosto.La arcana ritualità apotropaica, ossia di allontanamento degli spiriti maligni dal raccolto dei campi durante la scadenza dei contratti agrari (“indizione bizantina”), che avveniva tra il 15 agosto e i primi di settembre, è seguitissima sia dagli Aciglianesi residenti nella frazioncina ove è ubicato il secolare tiglio (“a’ teglia”), sia dagli abitanti di Acigliano emigrati in Francia o altrove, sia da numerosissimi sanseverinesi o da persone affluenti da paesi limitrofi.L’insieme delle kermesse approntate per l’evento, che avviene di norma alle 24 e un minuto del 16 agosto (dopo l’Assunta, festeggiata tramite questi retaggi pagani nonché molto amata dagli abitanti della frazione) è denominata “Aspettanne o’ ciuccio e’ fuoco”.Le attività di “Aspettanne o’ ciuccio e’ fuoco” si svolgeranno nei giorni precedenti lo scoppio del simulacro asinino-capro espiatorio con personaggi della storia recente e/o dell’attualità che cambiano ogni anno, anche se – come al solito – gli organizzatori sono riservatissimi: bocche cucite per scaramanzia su quali siano i personaggi di quest’anno, in groppa al ciuco.Gerardo De Dominicis, uno dei responsabili, afferma soltanto che “il personaggio è stato, ai suoi tempi, famoso per aver dato lustro alla nazione.”L’antica consuetudine del Ciuccio di Fuoco, che avviene facendo correre un simulacro di cartapesta (in genere) con sembianze asinine e con un personaggio scaramantico in groppa tra tanti razzi e botti, tantissimi petardi pronti a scoppiare, avviene per S. Rocco, protettore dello Stato di S. Severino nell’antichità, proprio il giorno in cui si entra nella costellazione del Cane (che ricorda la canicola, ossia il caldo torrido), guarda caso raffigurato insieme a S. Rocco stesso…In molte parti di Italia vi sono palii (al Nord) oppure altre ritualità simili anche al Meridione, che ricalcano vetusti retaggi come questo del povero “Ciuccio di Fuoco”, immolato per propiziarsi i raccolti e contemporaneamente per scontare i peccati degli uomini dei campi di una volta (le Fontanelle a Lombardi sono il contrario, il contraltare, poiché lì si tratta di acqua lustrale, identicamente purificatoria); ciò è a guisa di quelle prove di maturità e di passaggio dall’adolescenza al mondo degli “uomini” del tipo della corsa tra i tori di Pamplona e/o della corrida – cruentissima – spagnole. Il tutto prenderà inizio il 13 alle 21.30 presso il parco pubblico di Acigliano, dove è ospitato il Centro Studi per la Documentazione sulla Cultura Popolare, vicino allo storico palazzo Brescia-Morra, che in passato ha ospitato nei suoi locali il museo tattile e plurisensoriale per ciechi, ipovedenti e portatori di handicap sensoriali. La cerimonia di apertura (gli scorsi anni, le scorse edizioni era presentata dalla nota giornalista Rosaria Coppola), come detto alle 21.30, sarà caratterizzata dalla presenza di figure istituzionali, quali il neosindaco Giovanni Romano, che come da tradizione darà il “la” accendendo poi il 16 agosto la miccia dei biancali sul Ciuccio di Fuoco; il neoconsigliere provinciale Carlo Guadagno e altri.A seguire lo spettacolo culturalmusicale da parte dei “Tarantammorra”, un gruppo che – come dichiara la denominazione, ossia “taranta” e “tammorra” – rinfrescherà le calde serate estive e allieterà l’uditorio con un sound tutto meridionale, originario delle nostre terre: la Campania per la tammorra e la Puglia (Salento) per la taranta (donde: tarantella…). Una musica viscerale, forte, di antico retaggio. Ma già a partire dalle 19, il 13 agosto vedrà l’organizzazione, nei locali e nella cornice splendida del già citato palazzo Brescia Morra, la personale dell’artista sanseverinese Pierpaolo Costabile, che offrirà agli attenti sguardi del pubblico dei visitatori le sue “Disseminazioni”, questo il tema fondamentale della retrospettiva: si tratta di figure di ragni, quasi a indicare la tarantola della “terra del ri-morso” del “buon” etnologo Ernesto De Martino, che trattò la categoria antropologica dei “tarantati” pugliesi (Galatina) e il loro frenetico e convulso ritmo, sostenuto dal gruppo “Tarantammorra”; oppure i ragni dell’artista Costabile possono rappresentare la metamorfosi kafkiana ma anche le nostre fobie e paure. Il 14 agosto, sempre mezz’ora dopo le 21, sarà presente il dinamismo energico della Top Ten Productions che presenterà una allegra e festosa serata danzante. La soirèe avrà luogo sempre in quel di Acigliano, il cui eremo antichissimo è in attesa dell’ultimazione del restauro, una preservazione di cotanto monumento restituito alla collettività, al culto della numerosa comunità aciglianese e sanseverinese in genere. Il 15, dopo la processione per la Madonna Assunta in Cielo, in cui si ricorda la dormitio della Vergine di Materdomini a Nocera e l’incubatio dei fedeli soprattutto donne che si recano a venerarla a Nocera come a Montevergine, si vivrà una spensierata serata musicale con la banda “Città di Angri”, dalle 22 alle 24 e infine il “fatidico” momento clou: lo scoppio del Ciuccio alle 24.01 e a seguire un degno spettacolo pirotecnico.Secondo l’antropologia di questa “festa”, il 14 agosto, vigilia, si mangia di magro, in particolare si assaggia la palatella, piatto nostrano e antichissimo: trattasi di un panino speciale raffigurante i due sessi, maschile e femminile; questo pane si imbottisce con la “mpupatella”, a base di acciughe salate e melanzane sottolio; si assaggia il caciocavallo podalico delle nostre terre, la pannocchia arrosto o bollita (sponsa) e l’anguria, che non può mancare sulle tavole degli Aciglianesi. Il giorno dopo, 15 agosto, si assaggia la milza mbuttunata, che a Salerno si prepara per S. Matteo il 21 settembre, il capicollo e altro.