Mercato San Severino: Acigliano, l’eremo riapre i battenti
Giovedì 13 agosto, il monastero di San Liberatore, meglio conosciuto come Eremo di San Magno, ad Acigliano, riapre le porte alla Città. Con una manifestazione pubblica promossa dall’Amministrazione Comunale ed alla quale prenderà parte il Sindaco Giovanni Romano, l’ Eremo di San Magno sarà riconsegnato alla Comunità di Acigliano, frazione di Mercato S. Severino in questi giorni interessata dall’evento annuale denominato “O ciuccie e’ fuoco”. Sono stati, infatti, ultimati i lavori di restauro rientranti nell’ambito dell’intervento integrato di edilizia residenziale in corso di realizzazione a San Vincenzo e, come tali, considerati delle urbanizzazioni secondarie.L’eremo di San Magno è situato a nord dell’abitato di Acigliano, la frazione ai confini con la provincia di Avellino. E’ posato su di un’altura a circa 214 mt. di altitudine sul livello del mare, dominando tutta la vallata che si estende tra Montoro, Fisciano e Mercato S. Severino. “L’intervento” – dichiara Eduardo Caliano, Assessore alla gestione del patrimonio – “è consistito nel recupero del manufatto mediante la ricostruzione di parti delle strutture verticali mancanti con pietrame locale, nel rispetto della tipologia costruttiva. I solai della cappella e degli ambienti laterali sono stati ricostruiti con travi in legno, con l’inserimento di cordolature di ancoraggi tese a rendere solidali le strutture verticali con quelle orizzontali. Il tetto poggia su struttura portante in legno ancorata alle murature perimetrali con cordoli”.Particolare cura è stata riservata alla ricucitura delle pareti e delle volte del campanile sulla parte centrale dell’ingresso alla cappella. Le murature esterne sono state stilate e rabboccate per evidenziare la faccia vista. L’area pianeggiante circostante è stata bonificata e recintata con una ringhiera formata da pali di castagno infissi nel suolo ed incrociati ad x con sovrastante corrimano in legno. Le prime notizie relative all’Eremo risalgono al 1309 per cui si tratta di un edificio molto antico ma, soprattutto caro ai residenti di Acigliano i quali, nel corso degli anni, ne hanno fatto un punto di riferimento ed un simbolo. Con il restauro del monastero di S. Liberatore è stato restituito alla frazione un importante elemento di storia territoriale, inciso nella memoria storica dei residenti .L’edificio è composto da una cappella e da due locali adiacenti laterali. La cappella termina con un abside circolare e presenta al centro un arco a tutto sesto. La muratura è formata da pietra locale; l’abside e l’arco centrale sono realizzati in tufo giallo a conci regolari. All’ingresso si notano tracce di pavimentazione con battuto di calce e sabbia di fiume.Negli anni tra il 1812 ed il 1816 la Chiesa di San Magno fece parte della parrocchia di S. Fortunato in Pandola. Durante i lavori è stato scoperto nel pavimento un vano dal quale sono emersi dei frammenti di ossa umane. Questo ritrovamento dimostra che la chiesa era provvista di cripta sottostante.L’intervento di riqualificazione eseguito ha riguardato il consolidamento murario, il rifacimento della copertura e del portone d’ingresso.“Stiamo valutato l’ipotesi di utilizzare l’Eremo” – dichiara il Sindaco Giovanni Romano – “come aula didattica del L.E.A. (Laboratorio di Educazione Ambientale) e per l’attivazione del CRAS (Centro di Recupero degli Animali Selvatici), confidando nella collaborazione del WWF e della Provincia di Salerno, nell’ambito del Parco Regionale Medievale Archeologico del Castello dei Sanseverino di cui fa parte”.La restituzione dell’Eremo di S. Liberatore alla Città è anche merito del parroco don Francesco Nuzzolese che si è reso disponibile a cedere il monumento, di proprietà della parrocchia, al Comune, affinché potesse gestirlo servendosi della formula del comodato d’uso. Il restauro dell’Eremo non ha inciso in termini di costi sulla comunità in quanto è stato realizzato da Alfonso De Caro e dal Consorzio S. Vincenzo in maniera del tutto gratuita.