L’utopia di un mondo possibile
La notizia è stata diffusa il giorno 13/08/2009 dal TGCOM Mediaset: a Mosca due cittadini russi sono stati condannati a diversi mesi di lavori forzati per aver ucciso con crudeltà dei gattini sotto gli occhi dei figli. Si tratta di due episodi distinti: uno in un villaggio della regione di Novosibirsk dove un uomo è stato condannato a un anno per aver strangolato un gattino davanti ai due figli. L’altro episodio nella regione di Arkanghelsk: un uomo è stato condannato a sette mesi ai lavori forzati per aver ucciso, buttandolo contro un muro, un gattino di due mesi sotto gli occhi della figlia di cinque anni. La notizia includeva una riflessione sul “risveglio” di un sentimento ecologista nel Paese, fortemente voluto dalla politica avviata da Vladimir Putin. In Italia il sentimento ecologista anima il pensiero ed i gesti di molti, ma il substrato culturale è molto poco attento alle tematiche ecologico-ambientali. Maltrattare ed uccidere un animale d’affezione oggi è reato, punito penalmente, non con i lavori forzati. La legge tutela e consente l’uccisione di animali selvatici e di quelli destinati all’alimentazione. Le modalità di uccisione sono atroci. Io sono cresciuta in un paese dove la stragrande maggioranza degli uomini cacciava, non mio padre. Crescendo ho dovuto subire l’affronto sia di vedere uomini con i fucili i mano e con cani aggressivi al seguito devastare le mie proprietà boschive sia di vedere violato il mio giardino attorno alla mia casa. La libertà di praticare la caccia secondo legge non autorizza certamente la violazione della proprietà privata. Essendo la scrivente animalista, convinta che gli animali abbiano il diritto di vivere in condizioni rispettose della loro natura anche quando destinati ad essere mangiati, trova la caccia una manifestazione di violenza gratuita ed un esempio pericoloso per i giovani. Cosa si prova di piacevole nell’uccidere un animale? In realtà, non si tratta forse di dar sfogo all’aggressività repressa o, di sublimare una tendenza sadica? In quanto Counselor posso esporre le mie considerazioni nel rispetto assoluto degli altri. Come donna mai avrei scelto come padre di mio figlio un uomo dedito a questa attività “sportiva”, che esempio di uomo avrebbe potuto essere per suo figlio? Come donna ho scelto di essere vegetariana, come moglie e madre non impongo certo le mie motivazioni etiche a mio marito ed a nostro figlio, però gli alimenti di origine animale che consumano sono scelti tra quelli proposti da aziende che certificano un trattamento idoneo, sperando che i controlli siano affidabili. I miei studi mi hanno portato a valutare che assistere a scene di uccisione di animali da parte di bambini predispone a sviluppare atteggiamenti aggressivi in età adulta, in quanto tali situazioni possono rappresentare un modello comportamentale da emulare. Inoltre l’aggressività repressa e sfogata poi sugli animali non può certamente rappresentare un modello educativo valido per aiutare un giovane a diventare positivo e propositivo nei confronti della vita. L’utopia di un mondo possibile si costruisce con piccoli gesti, con una coerenza figlia di sentimenti onesti, con una speranza di cambiare le cose che sia davvero l’ultima a morire.