Unità d’Italia ancora da realizzare? Lettera aperta alle autorità
Avv. Domenico Ventura
– AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA- PALAZZO DEL QUIRINALE – ROMA-; AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI – PIAZZA MONTECITORIO – ROMA-; AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – PALAZZO CHIGI – ROMA -; AL MINISTRO PER LE PARI OPPORTUNITA’ – VIA VINCENZO LAMARO N.81 – ROMA-;
Vi scrivo da una terra nobilissima dove è fiorita la grande cultura della Magna Grecia, patria di filosofi sommi come Vico, Bruno, Telesio e Campanella, precursori della moderna filosofia europea, e Croce e Gentile, per tacer d’altri. Vi scrivo da antiche contrade che un tempo furono giustamente chiamate Campania Felix, per la feracità del suolo e la salubrità del clima e dell’ambiente. Si rivolge a Voi un esponente della media borghesia illuminata e della società civile meridionale, da vecchio liberale, formatosi alla scuola di Croce, Einaudi, Malagodi, Carandini e Valitutti, a suo tempo, candidato giovanissimo al Comune di Salerno, alla Regione ed alla Camera dei Deputati, quando la politica era una passione alta e nobile, volta esclusivamente nell’interesse pubblico e con un forte senso dello Stato. Ora sono indignato, stupefatto e disgustato per il grado di barbarie a cui è giunto l’attuale dibattito politico, povero, inconcludente e parolaio, e per l’ignobile campagna diffamatoria orchestrata contro il Sud, propiziata da una cultura e da una mentalità antiunitaria e disfattista nel senso più deleterio della parola, fatta di un antimeridionalismo viscerale, a cui si sta progressivamente assuefacendo una opinione pubblica, specie quella meridionale, ormai rassegnata e priva di ogni scatto d’orgoglio, peraltro con l’acquiescenza dei suoi rappresentanti politici, che invece dovrebbero ribellarsi a tale stato di cose. Si cerca di far passare un messaggio infausto secondo il quale, ad oltre 100 anni dall’Unità d’Italia, la nostra gloriosa Nazione sarebbe divisa in due, con un Nord virtuoso e laborioso ed un Sud arretrato e parassitario, sede e contesto di ogni nefandezza. Si sta propugnando una indegna crociata leghista contro il Mezzogiorno d’Italia, ingiustamente additato, come criminale, arretrato, spendaccione, clientelare, irresponsabile, inefficiente in tutto e per tutto, con indici totalmente negativi sotto ogni aspetto (Università, Scuola, Lavoro, Pubblica Amm.ne, Ambiente, Sanità, Clientelismo, Parassitismo diffuso- Scarso senso civico). E ciò secondo statistiche costruite ad arte da presunti enti di studio e ricerca, che in questi ultimi mesi si sono cimentati e si cimentano in una gara per denigrare e mortificare il Sud d’Italia, il tutto ingigantito dalla acritica grancassa dei mass-media. Si tratta di un atteggiamento pernicioso che tende ad affossare il Meridione, sottraendogli risorse importanti e condannandolo ad una ancor più marcata arretratezza e povertà, peraltro aggravate dalla profonda crisi che il Paese sta attraversando.
Come se non bastasse arriva ora la provocatoria, sciagurata e cinica proposta leghista delle gabbie salariali che, non solo costituisce un vulnus a canoni di ordine costituzionale, i quali garantiscono che la retribuzione sia proporzionata alla quantità e qualità del lavoro prestato, ma sarebbe una condanna a morte per i lavoratori del Sud pubblici e privati. Tutto questo si consuma nella completa inerzia, indifferenza ed inanità della classe politica meridionale, sia di destra che di sinistra, e specie di quella al Governo, incapace di reagire con il coraggio e l’orgoglio che la gravità dell’ attacco richiederebbero ed incapace altresì di proporre adeguati ed efficaci programmi di rilancio, quasi rassegnata a vedersi negare o tagliare i necessari fondi per la pura sopravvivenza, se non per lo sviluppo. Di fronte a questa politica del disfattismo e della rinunzia si erge, unica e sola, la voce autorevole e la coraggiosa denunzia della Chiesa con i recenti lodevoli interventi dei Cardinali Martino e Sepe. E’ ora di chiamare a raccolta una nuova classe dirigente capace ed autorevole, non calata dall’alto per cooptazione, refrattaria ai loschi giochi di potere e non compromessa con la politica vecchia e rapace. Occorre un quadro strategico e sinergico per mobilitare le forze sane del Mezzogiorno e per predisporre una politica di interventi, puntando sulle risorse immense e sul capitale umano inutilizzato di cui dispone il Sud, così creando un circuito virtuoso. Necessita innanzitutto una fiscalità di vantaggio con la riduzione del carico fiscale e contributivo perlomeno di 5/6 punti, che sia di incentivo per la creazione e per l’insediamento di attività economiche ad alto valore aggiunto, con particolari vantaggi e benefici per la imprenditoria nazionale ed estera. Condizionare i benefici di recente accordati alle Banche all’obbligo di erogazioni di crediti con la riduzione dei tassi di interesse di almeno 6/7 punti praticati in favore delle imprese ed attività del Sud, indebitamente penalizzati da tassi più elevati rispetto alle imprese del Nord. Bisogna predisporre da subito un piano pluriennale di interventi e risorse da indirizzare alla conservazione, all’incremento ed alla fruizione dell’immenso patrimonio artistico, archeologico, ambientale e culturale, alla promozione ed all’incentivazione del turismo, dell’artigianato locale, dei giacimenti gastronomici, dei boschi, delle foreste, dei piccoli borghi, delle località termali, della portualità, dei luoghi sacri. Occorrono fondi per la costruzione di impianti di depurazione delle acque, in ogni comune o unione di comuni consorziati, per la tutela e la valorizzazione delle spiagge e della risorsa mare, per garantirne la balneazione lungo tutte le coste, onde attrarre un turismo, anche straniero, per tutto l’anno. Vanno immediatamente avviati programmi di investimento per la costituzione di distretti industriali per la new economy e per realizzazione di poli informatici di eccellenza a basso impatto ambientale. Il tutto da realizzare attraverso agenzie operative, formate da professionisti esperti e competenti, agili ed immuni da logiche predatorie, come avvenne per la Cassa del Mezzogiorno, che fu una mecca per gli industriali del Nord, i quali approfittarono dei finanziamenti agevolati per poi lasciare incompiute le fabbriche, divenute malinconiche cattedrali nel deserto.Tali iniziative vanno avviate e gestite con un raccordo continuo e sinergico con la Scuola, l’Università, i Centri di ricerca, fra istruzione e mondo del lavoro, istituzioni ai quali vanno incrementati i fondi anziché farli oggetto di tagli feroci ed indiscriminati, come sta attualmente accadendo. Va aumentato il numero dei Commissariati con una maggiore e più incisiva articolazione locale, specie nelle zone a più alto rischio di criminalità comune ed organizzata, con Corti Penali Territoriali in grado di assicurare la continua presenza dello Stato sui luoghi più a rischio e la immediatezza e la celerità dei processi e delle condanne. Avviare una lotta senza quartiere agli ambienti usurai, coinvolgendo le vittime, con facilitazioni bancarie per liberarsi dallo strozzinaggio, e ferma e decisa repressione dello spaccio di droga nonché del consumo, prevedendo per gli assuntori piani obbligatori di cura e di disintossicazione in centri specializzati, con percorsi che conducano al completo recupero dei giovani e garantiscano ad essi sbocchi lavorativi in via privilegiata, atteso che molti tossicodipendenti, specie al Sud, lo diventano per la mancanza di lavoro e di prospettive e per l’ozio in cui sono costretti. Bisogna fare del Sud sia la California d’Italia, riecheggiando un sogno antico di Chichino Compagna e degli amici di Nord e Sud, sia un Giardino di delizie dell’Europa, come vagheggiava Dante. Ed ancora bisogna fare del Mezzogiorno, per la sua naturale e privilegiata posizione peninsulare, un crocevia commerciale per gli scambi dell’Europa con il vicino, medio ed estremo oriente, secondo una vocazione antica, più volte evocata dagli storici.
Farne quindi una propaggine europea verso il Mediterraneo e cioè un formidabile ponte per una forte e duratura collaborazione culturale ed economica in tutti i campi con il mondo islamico, ricalcando quella straordinaria e splendida stagione storica che vide il nascere della civiltà arabo- normanna, d’incomparabile splendore. Ed infine bisogna tagliare i ponti con il passato e quindi occorre istituire un Organismo giudiziario con giudici internazionali e pertanto imparziali per attivare processi a carico di tutti i politici di qualunque colore e provenienza, che hanno fin qui occupato i centri di potere e le istituzioni con risultati nefasti per la loro incapacità, inadeguatezza, clientelismo, sprechi, corruzione, acquiescenza al malaffare, pressappochismo, superficialità ed inosservanza dei doveri civici e che hanno prodotto con i loro comportamenti incalcolabili danni al Meridione, infangando l’immagine dell’Italia intera. Un’ultima raccomandazione: Bossi confiniamolo nelle valli della Gallia Cisalpina o Cispadana, nella Padania, a Pontedilegno. Saluti deferenti. avv. Domenico Ventura –