Addio Ted!
E Ted non ce l’ha fatta. Unanime l’addio, dal mondo politico a quello della gente comune. Legata alle alterne vicende della famiglia Kennedy, tra presidenze e lutti. Edward Kennedy, 77 anni democraticamente vissuti, tenendo alta l’egida costata sangue ai suoi due fratelli, John e Bob. Da tempo, il male del secolo, gli aveva minato il cervello. Soprannominato ”Ted”, più giovane di John, il presidente ucciso nel novembre 1963 a Dallas e di Roberto, detto Bob, assassinato nel giugno 1968 a Los Angeles, nel corso della nomination democratica per le presidenziali. Anche Ted ebbe la Casa Bianca nel cassetto. Il sogno, compromesso dal decesso della sua assistente, Mary Jo Kopechne, nel 1969, in un incidente stradale che lo vide protagonista. Il senatore era alla guida del veicolo, ma lasciò la scena dell’incidente, avvertendo le autorità soltanto il giorno seguente. Si candidò alle primarie democratiche nel 1980, contro il presidente Jimmy Carter, ma senza successo. Il suo temperamento, vitale. La sua voglia di fare, in ossequio a quei valori già tracciati da John. Ed ereditati da Bob. Una famiglia sempre al centro delle attenzioni mediatiche, non solo americane, quella Kennedy. Per l’alternanza di lutti e le micce democratiche. Per i connubi insoliti e la prole numerosa. Ma unita. Sempre. Senza lotte fratricide o pruriti di rivalsa, i fratelli Kennedy compattamente sorridenti, nel rimandare al mondo l’idea dell’unione, proprio nel momento in cui occorreva cementare i propri affetti, contro le battaglie esterne. Lunga storia quella dei Kennedy. A breve, in libreria, l’autobiografia, alla quale Ted aveva dato mano, dal 2004. Con tanti risvolti ignorati. E le piccole rivelazioni, di una narrazione che entra nelle pieghe intime, senza mistificazioni. Convinto sostenitore del presidente Obama, Ted è stato la sua spalla fino all’elezione presidenziale. Un combattente fino in fondo anche col cancro. Vinto però, nella sua ultima battaglia!