L’indulto della conoscenza
Salvatore Ganci
Oh! Si è “scoperto” che le nuove matricole che si iscrivono all’università sono ignoranti e commettono persino errori di ortografia. Scrivono Tesi di Laurea spesso somiglianti a sequenze di SMS, non sanno analizzare un testo, spesso per i docenti universitari esiste il problema di essere compresi nella comunicazione della lingua italiana. Ma perché la cosa mi è sembrata già più che nota? E’ l’argomento su cui oggi pomeriggio mi deliziava RAI 1 mentre ero alla guida, ed è stato così difficile annotare tutte le squisite osservazioni di vari esperti. Tutti pensano di avere trovato le “cause” e le università corrono ai ripari, organizzando appositi corsi di alfabetizzazione. E’ scontato che in una struttura “piramidale” quale è stata Scuola ed Istruzione dalla Legge Casati ad oggi, il “male” sta sempre sotto. Così l’Università scarica le responsabilità sulle Scuole Medie Superiori, qui, i Docenti del triennio spesso hanno critiche sui colleghi del biennio, questi ultimi scaricano responsabilità sui colleghi delle scuole medie, ed infine i docenti delle scuole medie se la possono prendere poco con i Maestri delle scuole elementari. Ma è proprio tutta colpa della Scuola? Mi permetto di osservare che viviamo in mezzo ad un tale abuso di linguaggio che questo diventa “regola” grazie specialmente ad alcuni giornalisti televisivi. Così, tanto per trovare l’esempio più innocuo, si sente: “malgrado fosse disarmato”. Scusate, io ho studiato Fisica e non Lettere, ma il “malgrado” non si usa nell’espressione “suo malgrado”? Forse l’espressione corretta è : “non ostante fosse disarmato”? E gli errori di ortografia nei temi di esame di maturità? Io non li ho dimenticati di certo, eppure questi “temi” alla fine erano meglio valutati se c’era qualche “pensierino” personale, mentre il pignolo che si smazzava il tema di “Letteratura” in un Italiano corretto e senza strafalcioni era spesso penalizzato perché i contenuti apparivano “manualistici”. Insomma tutti hanno parlato a iosa su tutte le cause possibili ma nessuno ha fatto riferimento alla Legge 910/1969 come possibile causa. Sarò più esplicito: quando una statistica seria (anche se datata 1976) dimostra che le percentuali di insuccesso al primo anno di “Ingegneria” arrivano oltre il 70% per i provenienti dall’Istituto per Geometri (e percentuali più alte per “altre scuole”) vuol dire che forse la liberalizzazione offerta dalla Legge 910/1969 è stato l’errore più madornale e, se perdonabile nell’Italia che ancora “viveva” il ’68, forse non è più perdonabile oggi. E la Lega vuole a tutti i costi anche l’insegnamento del “dialetto”? Cari Leghisti, ma non vi sembra che i nostri studenti studino troppo e male? Ma perché non sponsorizzate (con i vostri Editori) corsi di dialetto in edicola? Qualcuno potrebbe comprarli (forse) assieme al “corso di Inglese”. Purtroppo le nostre Matricole ci dimostrano che c’è più bisogno di corsi di Italiano che di Inglese o di “Bresciano della Val Trompia” già così diverso dal “Bresciano di Leno” (cittadina natale del nostro Ministro). Cari uomini di sinistra (quelli dell’indulto), non vi sembra che un solo Liceo sarebbe sufficiente per “formare” e l’istruzione “tecnica” per formare in senso professionale e fare trovare lavoro con un titolo intermedio credibile? E magari perché non abolire le assemblee in ore curricolari figlie del ‘68? E tutti gli analfabeti già laureati e che ci capita di incontrare (e individuare facilmente)? Continueremo a sorbirceli o li rispedireste a riscrivere la Tesi? Sono certo che in questi casi arrivereste all’indulto della conoscenza e vi verrebbe forse più difficile dell’indulto che avete votato (e che non vi ha fatto ri-votare). Una osservazione mi ha colpito nella trasmissione radiofonica di oggi: siamo il paese che investe meno in cultura ma siamo quelli che spendiamo maggiormente per studente iscritto. Sicuramente qualcosa non funziona. Temo che il male che affligge la scuola e l’università oggi è stato in incubazione da poco prima del ’68 e la malattia oramai colpirà ancora per un bel po’ di generazioni …. Si sa come vanno le epidemie e quanto sia lunga la fase di remissione …