Mistero Boffo
Confondere la politica con la morale è un esercizio errato, oltre che sconveniente. Insigni filosofi del passato ci hanno insegnato a tenere distinte le due sfere, da Kant a Machiavelli. Lo stato etico noi italiani lo abbiamo conosciuto, è vero, ma erano altri tempi; anni in cui i treni arrivavano in orario, questo sì, ma di libertà in giro ce n’era davvero poca. In una democrazia liberale che si rispetti (ma l’Italia lo è?) i governanti andrebbero giudicati solo per le leggi che essi producono e per il rispetto che i medesimi hanno delle leggi già in vigore. Questo è il liberalismo : il governo della legge. Altra cosa è la democrazia, che è il governo degli uomini, o per meglio dire : della maggioranza di essi. Ma indulgere nel moralismo è soprattutto pericoloso, perchè ci si espone al giudizio altrui. Ciascuno dovrebbe riflettere sul fatto che, per quanto la propria condotta di vita sia specchiata, limpida ed insospettabile, c’è sempre qualcuno più pulito ed integerrimo di noi. Ecco allora che si spalancano le porte degli armadi, e viene fuori lo scheletro che non ti aspetti. Come Socrate, che se ne andava in giro per Atene a smontare con ironia la prosopopea dei sedicenti soloni della polis, Vittorio Feltri, neodirettore de Il Giornale, ha scoperchiato il pentolone della ipocrisia di grandi gruppi editoriali in preda al più sprezzante moralismo antiberlusconiano. Repubblica, Espresso, Avvenire, Feltri ne ha per tutti. Ma a tenere banco più di ogni altro, è il caso di Dino Boffo. Il brillante direttore di Avvenire, che aveva bacchettato e non poco il cavaliere per i suoi presunti festini a luci rosse, è caduto nella rete della “rappresaglia” giornalistica. Il segugio Feltri ha infatti riesumato un documento che era già circolato qualche tempo fa per le redazioni dei giornali, ma sul quale era caduto un pietoso ed inspiegabile velo di silenzio : la sentenza di condanna di Boffo per il reato di molestia ai danni della moglie di un tale, con il quale il giornalista avrebbe avuto addirittura una relazione omosessuale. Apriti cielo! La notizia sta scatenando un putiferio. La sinistra e lo stesso Boffo attaccano Feltri ed il suo Giornale di killeraggio. I vescovi si disgustano per cotanta meschinità. Berlusconi si dissocia ( e vorrei vedere) dallo scoop, ed invita tutti alla distensione. Intanto la poltrona del pregiudicato Boffo comincia a scottare più di un termosifone e non si escludono dimissioni riparatrici. Parafrasando un antico adagio cristiano, verrebbe da dire : “Non giudicare, che sarai licenziato”.
Il fatto: Boffo (ma potrebbe essere Cennamo o il sottoscritto) viene condannato per un reato estinguibile con un’ammenda (non tale da farlo diventare “pregiudicato”).
Per le sue posizioni critiche rispetto ai conportamenti PUBBLICI del Presidente del Consiglio (invitare una prostituta in una sede di Governo e barattare la prestazione sessuale con una raccomandazione o una candidatura) Boffo viene iscritto fra i nemici di Berlusconi.
Il Giornale “confeziona” un documento (è falso che si tratti di un atto del Tribunale) nel quale si fa riferimento alla omosessualità di Boffo (fatto che non è ancora reato in Italia), stigmatizzando la presunta doppia morale del Direttore di Avvenire.
Come la Mafia, si getta discredito su una persona non confutando quello che dice, ma diffamandola attraverso il potente amplificatore dei giornali del Capo.
Mandante: Berlusconi
Killer: Feltri
Metodo: Cosa Nostra
Ispiratore: Dell’Utri (condannato per Mafia)?
VERGOGNA
Rammento una frase di quando ero bambino che più o meno recitava: Non cercare la pagliuzza negli altri ma pensa alla trave in te stesso.
Alla luce di ciò, probabilmente, il Direttore Boffo tra non molto – a torto o a ragione – lascerà l’Avvenire e andrà a dirigere qualche altra Testata.
Ho letto che Boffo avrebbe quanto prima presentato querela contro il Direttore Feltri: resto in attesa di una sua eventuale condanna.