Vince chi fugge
Sarà un caso. Ma, passo dopo passo, Gianfranco Fini dà un’altra spallata al PdL e, da Presidente della Camera, lentamente s’invola. Dove? Verso quale traguardo? Istituzionale, naturalmente. Ma per colli più alti, per raggiungere i quali è fondamentale l’appoggio dell’opposizione. Logico prevederlo, altrettanto logico auspicarlo da parte della sua base. Lui dopo Berlusconi, quindi. Questo appare certo. Berlusconi futuro Presidente di una futura rinnovata Repubblica presidenziale. Fini suo successore al governo. Berlusconi in pensione? Fini suo successore comunque. Dunque, Quirinale o Palazzo Chigi non fa una grinza, salvo che gli eventi imprevedibili della politica non lascino entrare un Papa per farlo uscire Cardinale. Fini percorre un tratto di strada politica indubbiamente a rischio. Soprattutto per i risvolti interni al partito di appartenenza. Passo dopo passo, infatti, ne ha fatti di cambiamenti. E radicali. Sedimentando le idee nell’alveo di un moderato conservatorismo, a vantaggio di un elettorato poco incline alle rivoluzioni, al machismo o all’olio di ricino. Fino a scontrarsi con gli estremisti del suo partito. Con grossi rischi di ricaduta personale. Ma con risultati che, almeno finora, gli hanno dato ragione. Non a caso, chi a suo tempo ha osato contrapporsi (Storace e Mussolini) ha fatto i bagagli. Per rientrare, poi, in qualche caso dalla finestra (la bella Alessandra), sia pure di una rinnovata casa pdiellina.Oggi come oggi, però, strappo dopo strappo, la situazione rischia di trasformarsi da dolorosa e produttiva in pericolosa. Il riferimento è al ‘colonnello’ Gasparri che, con Quaglariello, ha provato quanto meno a inumidire la recente posizione di Fini in ordine ai noti problemi di bioetica (assunzione o meno della pillola abortiva, biotestamento, eccetera) e a quanto altro di analogo bolle in pentola. Con tutte le complicazioni che ne derivano negli attuali rapporti tra Stato e Vaticano. Fini, in realtà, ha adottato una linea di obiettiva equidistanza dalle parti, nella esclusiva interpretazione del suo ruolo istituzionale. Mai rinunciando, però, alla libertà del libero pensiero. Anche a costo di trovarsi in contrasto con la propria parte politica.E’ quanto accaduto proprio sulla questione bioetica attualmente in corso. Con inevitabili simpatie ed applausi di casa-PD, alla distanza voti potenziali per obiettivi più alti. Fini fugge, dunque, fugge in avanti, ben sapendo che il PdL sarà comunque a suo fianco in una eventuale scalata di vertice.Certo il clima di questi giorni è davvero avvelenato. Feltri ha esordito da nuovo direttore de Il Giornale con alcuni affondi pesantissimi. L’ultimo dei quali è andato dritto al cuore del suo collega de L’Avvenire. Giusto o non giusto che sia scendere al livello di coloro che hanno attaccato Berlusconi sui medesimi e squallidi temi di donne e donnine, la materia del sesso e marachelle annesse rende il loro uso strumentale in politica e stampa avvilente e squallido. Il datore di lavoro di Feltri, il Cavaliere, ha preso le distanze. Glielo imponeva il suo rusolo istituzionale. E bene ha fatto. Ma, nell’intimo,… ¡ Purtroppo, quando gli equilibri saltano, può essere normale mettere in piazza il moralismo di Repubblica e del suo direttore, scoperto, a dire de Il Giornale, in un acquisto apparentemente discutibile nelle modalità finanziarie di compravendita di un attico e, quindi, esposto al pubblico ludibrio.Più gravi le accuse a Boffo, direttore de L’Avvenire, per una presunta vicenda poco edificante, a dire de IlGiornale di Feltri, perché connotata da presunta immoralità sulpiano sessuale. Stiamo assistendo ad una sorta di giornalismo investigativo che scava evidentemente nella vita privata di personaggi di rilievo, per poi rilanciarla in pasto all’opinione pubblica.Tutto ciò non giova alla politica e bene fa Bossi a recarsi dal Papa o chi per lui, per chiarire le posizioni interne al proprio movimento su tutte queste questioni. Ripetiamo per l’ennesima volta che gli italiani hanno bisogno di fatti e non di scandali. E se la stura ad un certo tipo di informazione immondezzaia l’ha data proprio una certa stampa concorrente al Cavaliere (gira e rigira sempre di interessi economici si tratta, altro che di valori), sarebbe ora di smetterla e girare l’angolo.Il mondo è pieno di problemi seri e gravi. Dedicare pagine e pagine o interi telegiornali alle vicenda sessuali o alle morbosità femminili di questo o quello indispettisce gli elettori e, comunque, non fa cambiare loro idea sulla attuale situazione politica del paese.Fatti non parole, quindi, operatività e risultati, progresso e non dietrologia di pettegolezzi e vicende scabrose di questo o quello. Il ritorno dalle vacanze restituisce bruscamente gli italiani ai loro problemi quotidiani. Che sono tanti. Per la maggior parte dei quali coloro che ci governano e ci informano dovrebbero collaborare costruttivamente.Fatti salvi, naturalmente, i diritti di replica e di difesa per chi subisce ingiustamente la diffamazione latente od esplicita di pennivendoli a loro volta usati dai padroni. In tal senso ci pare più che legittima la rezione del Presidente del Consiglio nei confronti di quel quotidiano (il solito), che lo ha assillato a ripetezione con le note dieci domande dal tenore provocatorio e, probabilmente (lo deciderà la magistratura), offensivo.