La lirica del cuore: Ritorno a casa
Ritrovo la scrivania sommersa dalla polvere
con tutti i fogli e le cianfrusaglie
così come le avevo lasciate,
in disordine,
quel disordine che solo io so organizzare,
quello stesso disordine
nel quale solo io so ritrovare le cose.
Il velo del tempo si è posato,
coprendo ogni cosa allo stesso modo,
trattando ogni oggetto alla stessa maniera,
senza distinzione o privilegio.
Nessuno è passato da qui durante la mia assenza.
Nessuno ha toccato le mie cose,
quelle cose che solo per me hanno valore.
Penne, matite,
fogli imbrattati di versi,
libri, libercoli, libretti,
riviste, scotch e tagliacarte,
mi hanno aspettato fiduciosi.
Sapevano che sarei ritornato.
Ora mi accorgo che quegli oggetti
avrebbero potuto stare lì
per chissà quanti anni,
forse per sempre,
ognuno al suo posto,
ognuno con la sua memoria,
ognuno con la sua parte di me,
ognuno con la sua quantità di polvere
come se fosse moneta guadagnata.
Prendo la penna argentata,
quella che mi regala mio padre
al mio diciottesimo compleanno,
stacco un foglio dalla pila,
emetto un soffio di aria per allontanare la polvere
ed inizio a scrivere.
Gli oggetti, uno per volta,
momento dopo momento,
riprendono le loro funzioni
e le loro servitù
come facevano prima che li lasciassi.
Abbiamo una cosa in comune
che ci legherà per sempre:
io ho sconfitto un tumore,
loro il tempo,
e siamo ancora vivi.
Guido Rella