Salerno: quali servizi igienici per i clochards?

rol

A Milano, nuovo look ai clochards. A quelli che fanno a cazzotti con l’igiene. Un po’ perché spesso le patologie psichiatriche, conflittualizzano il rapporto con l’acqua. Un po’ perché la stessa condizione precaria, non consente di poter prendersi cura del proprio corpo adeguatamente. Ma ai piedi della Madonnina,  ‘City Angels’ nel ponte di via Tonale, ha messo a disposizione gratuitamente, una volta al mese barba, capelli, permanente da esperti parrucchieri. Mario Furlan, e le forbici dei parrucchieri ‘hair stylists’, generosamente rifanno il look a chi è sfigurato dalla vita in strada. Barbe incolte, capelli disidratati e arruffati. Di tutto un po’. L’iniziativa, un ponte di solidarietà per alleviare il disagio. A Salerno, invece, ancora fredde panchine e basta. I barboni non sono espatriati. Esistono ancora, vivendo all’ombra della legalità. Fugati e terrorizzati.  Lesti nel guadagnare qualche ponte, come quello dei binari ferroviari, dove si camuffano tra lo stato melmoso di pietriccio. O si ricoverano sotto i balconi degli svettanti edifici del Lungomare. Il loro bagaglio, sempre lo stesso. Le loro cianfrusaglie, sempre le stesse. A caccia di qualche servizio igienico latitante. Come la giovane Betta, che attende il mattino, per recarsi alla toilette pubblica dei servizi igienici presso il Lungomare. Se non altro, per rinfrescarsi il volto dopo la nottata all’aperto. Da vera principessa, vanta anche un piumone che fa invidia agli altri. Il bello è che non rinnega, nella sua borsa alla Mary Poppins, uno specchietto dorato. Puntualmente lo estrae all’uscita dalla toilette e dopo una sbirciatina furtiva, una veloce stria di stick sulle labbra violacee. Si assesta. Pronta ad affrontare la sua strada, che non la porta mai in una direzione precisa. Nel disagio, finita per caso. Per quelle tante vicissitudini, in cui a volte ci si ritrova, senza averlo scelto. Malgrado i suoi 35 anni, i capelli crespi, che rallegrerebbero le forbici milanesi, la sua storia, pare proprio che non interessi se non ai suoi compagni di viaggio. Coi quali, ha sempre da spezzare il companatico del disagio. Ma questo, a chi vive all’ombra delle decisioni e del potere politico, poco importa. Troppo intento a lanciare la propria immagine per consensi elettorali, comodamente distoglie lo sguardo da ciò che inevitabilmente gl’inquieterebbe la coscienza. Mentre Betta si ritrova ad accavallare le gambe dinanzi al bar di fortuna, attorcigliandosi le ciocche con l’indice sinistro,  il barista le offre, puntuale, il caffè mattutino, senza chieder nulla.