Eroina, quanto ti amo!

di Rita Occidente Lupo

Nel boom degli anni’60, le comunità hippy, con la loro contestazione e musica. Tra capelli lunghi e canapa indiana. Una cultura, diramata in vari campi e rimandata ad un tipo di ribellione, per l’anticonformismo sfiatante il progresso. Di quegli anni, l’eco nelle comunità terapeutiche. Sorte per rispondere al desiderio di disintossicarsi, di smetterla con le droghe anche leggere. Iniziate per curiosità o per diletto. Un progetto di vita comune, con operatori specifici, per ripristinare un equilibrio o conferirlo a personalità inquiete, a caccia spesso di autenticità. La droga, incisore degli anni Settanta, con il progetto di don Picchi e don Gelmini. Da Incontro, ad Emmanuel. Da Muccioli, a don Mazzi, focolai sparsi, per arginare la piaga sociale. Oggi, può apparire scemata. Perché fa meno rumore. Eppure, gli amanti della magica polverina, non scompaiono. Da una recente indagine, del Cnr, dal 2001 ad oggi, gli Italiani affezionati alla “polvere bianca”, almeno una volta all’anno, da 400.000 al milione. Circa 300.000 i consumatori, abitudinari. L’età, oscillante: dai 35, ai 45 anni. I maschi, il doppio delle donne, sia per consumi occasionali, che abituali. In cima alla classifica consumatori, disoccupati, seguiti da artigiani, commercianti ed operai. Lombardia, Lazio, Piemonte e Liguria, le regioni più in vista. La  cocaina non fa sconti: oltre al prezzo di vite umane. In tanti a mettersi al volante dopo averla inalata. Creduta droga degli snob, l’indagine ha lasciato meravigliati coloro che avevan sempre attribuito a certe caste privilegiate della società, tale abuso. Dati, infatti, i costi elevati, non stimata abbordabile a qualsiasi tasca. Invece, il ricorso a tale sostanza, proprio da parte di chi vive maggiormente le problematiche sociali. Per ricaricarsi di un’energia atta a sopravvivere le tempeste esistenziali. Prima di ricoverarsi sotto l’ala della realtà. Perché la droga, artificialmente proietta la vita, offrendo un palliativo dipendente, che altera soltanto i meccanismi reattivi dell’individuo. Sfiancando la stessa voglia autentica di vivere! Che non deve mai cessare, tra le altalenanti vicende terrene.