Oculistica: miopia o vizio di rifrazione
La miopia è il più “noto” tra i difetti della vista o “vizi di rifrazione”, infatti spesso si tende a generalizzare definendo miopia qualsiasi problema visivo. Per comprendere bene in cosa consistono i vizi di rifrazione, è bene ricordare che l’occhio funziona come una macchina fotografica. La cornea e il cristallino costituiscono l’obiettivo, l’iride e la pupilla il diaframma di apertura che regola la quantità di luce che va ad impressionare la pellicola fotografica, rappresentata dalla retina. Una persona con una visione normale ( 10/10) si definisce “emmetrope”; in pratica il suo apparato visivo riesce a mettere a fuoco sulla retina l’immagine di un oggetto posto all’infinito (che in questo caso si intende dai 3-5 metri in poi). Va evidenziato che avere una vista da dieci decimi non esclude la possibilità della presenza di patologie oculari. E’ il caso del glaucoma, definito il ladro silenzioso della vista, dove nelle fasi iniziali e spesso anche evolute si conserva un visus di 10/10, ma con danni progressivi al nervo ottico che determinano una riduzione del campo visivo, simile alla visione attraverso un tubo. Anche nei primi stadi di retinopatia diabetica ed ipertensiva il visus è normale, salvo poi ridursi drammaticamente in seguito ad emorragie retiniche.E’ importante conoscere queste eventualità non per vivere con apprensione, ma con la consapevolezza che la prevenzione e l’appropriata terapia è indispensabile per preservare la vista e va effettuata sempre dal medico oculista. Nelle “ametropie” o “vizi di rifrazione” (miopia, ipermetropia, astigmatismo) l’immagine di un oggetto non va a fuoco sulla retina. Si definisce miope l’occhio in cui le immagini di oggetti posti all’infinito non si formano sulla retina, ma davanti ad essa, dando un’immagine “sfuocata”.Il soggetto vede male da lontano, avendo difficoltà nella messa a fuoco, mentre ha una visione più nitida a distanze ravvicinate, in base all’entità della miopia. Quando si ha una miopia elevata (degenerativa) spesso coesistono alterazioni retiniche, pertanto la visione risulta non perfetta anche per gli oggetti vicini. La miopia può essere congenita o acquisita. Quella congenita si manifesta precocemente anche in età prescolare, ed è legata a fattori di ereditarietà. Quella acquisita può subentrare anche dopo lo sviluppo o in età adulta, e può dipendere da molteplici fattori, tra cui l’applicazione prolungata a distanza ravvicinata, la guida, ecc. Inoltre esiste una miopia transitoria, “da indice”, che può essere provocata dal diabete, ed una miopia dovuta alla cataratta nucleare, che determina un aumento dell’indice di rifrazione della parte centrale del cristallino (nucleo). Di solito compare nell’età dello sviluppo, per un fisiologico allungamento del bulbo oculare, parallelo alla crescita in altezza, che determina la formazione delle immagini davanti alla retina, non a fuoco. Pertanto le variazioni sono più frequenti in questa fase, e saranno necessari controlli periodici, 2/3 volte l’anno. Verso i 18 anni potrebbe stabilizzarsi, ma se si studia e si sta al computer per molte ore al giorno si può avere un peggioramento fino ai 25 anni circa, poiché la prolungata applicazione da vicino tende a “miopizzare” l’occhio. Sarebbe opportuno interrompere ogni ora per 5 minuti e guardare lontano, per rilassare i muscoli dell’accomodazione.
A casa i ragazzi tenderanno ad avvicinarsi al televisore, a scuola preferiranno i primi banchi, copieranno dal compagno o tenderanno a distrarsi. A volte si può avere mal di testa o bruciore agli occhi, o la tipica espressione di “strizzare” gli occhi. La miopia si corregge con lenti di valore negativo, biconcave (divergenti). In pratica sulla prescrizione l’oculista indica con il segno – (meno) il potere diottrico della lenti correttive, che sono sferiche e più spesse ai bordi ( Es. Sf-3 equivale ad una miopia di 3 diottrie, dette impropriamente “gradi”). Vi sono tanti tipi di lenti per correggere nel modo migliore, sia estetico che funzionale, tale vizio di rifrazione. Di solito un oculista esperto nel settore fornisce varie indicazioni sulla prescrizione lenti (organiche,antiriflesso, antigraffio, extrasottili 1.6 ,1.67 ,1.74, antistatiche idrorepellenti, policarbonato, fotocromatiche, ecc.) in base al difetto visivo ed alle esigenze del paziente. L’ottico è indispensabile per la corretta realizzazione dell’occhiale e per ulteriori consigli o chiarimenti, anche riguardo la montatura ( più elevata è la miopia, più piccola deve essere la montatura), per la perfetta centratura, considerando la distanza interpupillare ed utilizzando materiali di qualità certificati e garantiti. E’ possibile utilizzare vari tipi di lenti a contatto (morbide, semirigide gas permeabili) dopo opportuni esami per valutare il film lacrimale (Test di Shirmer), che vanno effettuati dal medico oculista, per evitare patologie corneali (abrasioni, cheratiti) e congiuntiviti. E’ possibile anche la correzione con vari tipi di intervento Laser (PRK, LASIK, LASEK) o con impianti di lentine intraoculari (IOL) simili a quelle utilizzate per gli interventi di cataratta. In tutti questi casi, sono indispensabili degli accurati esami per la selezione dei pazienti idonei. Esistono anche degli integratori che possono contribuire a rallentarne il peggioramento, a base di vitamina A, C, E, Luteina, Mirtilli, ecc. In conclusione, vi sono tanti modi per correggere la miopia. E’ importante non sottovalutarla, in quanto i miopi possono andare incontro più frequentemente rispetto agli occhi “sani” a patologie della retina ( distacco, fori, maculopatie), del vitreo (corpi mobili), glaucoma, conservando un visus di 10/10 nelle fasi iniziali di tali patologie. Soltanto il medico chirurgo specialista in oculistica (controllate sempre che ci sia questa dicitura sulla carta intestata), con opportuni esami, tra cui è indispensabile il fondo oculare, può valutare lo stato di salute dei vostri occhi. Quindi… OCCHIO!