Milano: Spataro non si smentisce

Aldo Bianchini

Ha fatto una rapida inversione ad “U” il pur efficiente procuratore aggiunto di Milano dr. Armando Spataro, ma ciò non  è stato sufficiente a far ricredere gli osservatori più attenti. Guardandolo ieri sera su tutti i TG della Rai, Mediaset, La7, Sky e CCN si intuiva, ancora una volta, lo strappo perenne ed insanabile che esiste tra il potere politico e quello giudiziario. Parlava del cittadino libico, Mohamed Game (34 anni), che aveva tentato di intrufolarsi nella caserma dell’esercito “Santa Barbara Perrucchetti” di Milano riuscendo, comunque, a far brillare in parte una valigia esplosiva, grazie all’eroico bloccaggio attuato dal militare Guido Laveneziana (20 anni di Ostuni). L’apparente fermezza di Spataro faceva trapelare un’assoluta arroganza: il titolare dell’inchiesta era lui e lui diceva che si rattava di un gesto isolato e che tutto il resto (e pr resto io intendo Maroni e Rutelli) era pura fantasia. Tutto il contrario del Ministro dell’Interno che da Roma subito convocava la conferenza del Comitato Nazionale per la Sicurezza. Qualcuno, poi, in nottata ha forse spiegato al pm Spataro che stavano per “fermare” altri due cittadini libici vicini all’uomo che qualche ora prima si era fatto esplodere perdendo una mano e gli occhi. Nelle interviste di metà mattinata, più controllato ma non meno fermo, annuncia che i due sono stati fermati e non arrestati e che, quindi, nel rispetto del ruolo del GIP consegnava una nota scritta sull’accaduto e che a nessuno era consentito fare domande. Badate bene, non per motivi di segretezza ma solo per il rispetto del ruolo del GIP; cosa che io personalmente sento dire per la prima volta in questo nostro bel paese che qualcuno incomincia a chiamare “la repubblica delle banane”. Facendo il mesiere di giornalista mi sono chiesto: “Ma vuoi vedere che Spataro è l’unico cittadino italiano a non sapere che tutte le caserme dell’esercito sono in allarme rosso da mesi. Anche la caserma salernitana del prestigioso reggimento Guide è in allarme da mesi. Si è arrabbiato finanche Francesco Rutelli, presidente del Copasi (Comitato Parlamentare per la Sicurezza); botta e risposta durissimo con il pm Spataro, poi in serata la tregua grazie anche alla posizione del Minitro Maroni decisamente schierato pro-Rutelli. E pur ammettendo che Spataro, per assurdo, avesse ragione, come si fa a dire che un terrorista solitario è meno pericoloso e non rappresenta alcun rischio. Credo che la politica nel nostro Paese ha veramente un compito molto arduo perchè sarà difficilissimo far capire ai magistrati inquirenti che, al di là dell’autonomia e dell’indipendenza, essi sono comunque “servitori dello stato”, non padroni.