Depressione e crisi d’ansia
Il nostro Paese, vertiginosamente nelle spirali della sconfitta. Psicologica. Rincara il numero dei prostrati dall’ansia e dalla depressione. Cause prodromiche, la carenza lavorativa e le incertezze occupazionali future. Anche per coloro che già vivono un impegno retribuito, vacilla spesso la stabilità emotiva. Dinanzi a minacce di licenziamento, a spauracchi di cassa integrazione. In Europa, per ogni incremento del 3% della disoccupazione, crescono del 30% le morti alcoliste e lievita al 5% il tasso dei suicidi. La crisi economica ha portato, in un anno, ad oltre 1.700 suicidi in più. A queste cifre, non confortanti, vanno sommate quelle del 30% di disturbi d’ansia e del 15% di depressione. Dimostrato che la disoccupazione, fattore di rischio per la depressione negli adulti fra i 30 e 40 anni. Per l’ansia, tra il 30 ed il 40% nelle donne giovani, contro un incremento del 20-25% negli uomini. Atteso anche per i giovani, con meno di 25 anni, il tasso d’ansia. Negli anziani, ipotizzabile un aumento di depressione di circa il 15-20%. Il quadro non è certamente entusiasmante. Né dei più confortanti. I rimedi, al lumicino. Un ruolo dominante, quello familiare, che può garantire sostegno e sicurezza psicologica. A questo, la fede religiosa, che per molti costituisce un motore di vita. Una ricerca costante del proprio impegno terreno, anche tra le sterpaglie delle difficoltà. L’ansia, dunque, un malessere sociale che per alcune categorie, ruota di scorta dei ritmi convulsi di vita. Delle giornate stipate d’impegni. La depressione, ancella della solitudine, specialmente quando la realtà non lusinga le proprie attese. Anche il rapporto affettivo svolge un rilevante ruolo. In coppia s’affrontano meglio le difficoltà, mentre da soli si finisce per esasperarle. Per i giovani, che dovrebbero guardare al futuro sotto la lente dell’ottimismo, gli scenari occupazionali serrati rischiano d’annegare la gioia di vivere. E di andare avanti nella convinzione che gli ostacoli costituiscono il sale dell’esistenza. Le politiche sociali dovrebbero dar man forte alle famiglie, nel momento in cui queste versano nel disagio psicologico economico. Non sempre, purtroppo, i servizi sociali tamponano le prime avvisaglie del “mal di vivere”. Anche per gli adolescenti ed i giovani, sempre a caccia di nuove emozioni, la fragilità, spesso dietro l’angolo della sconfitta.