GdF: Fallimento Salernitana

 Al termine di indagini preliminari durate oltre due anni e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, avvalendosi del Gruppo della Guardia di Finanza di Salerno, per il periodo 2001-2004 sono emersi plurimi episodi di fraudolenta sottrazione di risorse finanziarie dalla fallita “Salernitana Sport S.p.A.”.Si rammenta, al riguardo, che la complessiva perdita della società di oltre 50 milioni di euro impedì l’iscrizione al campionato professionistico 2005-2006. In particolare, all’esito delle investigazioni eseguite successivamente alla dichiarazione di fallimento, è stato definito lo stato del passivo della società in 53,5 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni per debiti verso l’Erario e circa 1,5 milioni non versati a titolo di contributo previdenziale per i calciatori: si tratta, in definitiva, di un danno finanziario per la collettività di proporzioni insolitamente ingenti. Bilanci truccati e passaggi di denaro, attraverso società nazionali ed estere compiacenti, hanno consentito di celare presunti affari del tutto estranei alla gestione della Salernitana. Ad esempio, un immobile di proprietà di società controllata dal Presidente in data 3/7/2001 è stato ceduto a una Srl italiana per 3,5 miliardi di lire, la quale dopo 9 giorni la rivende alla Salernitana Sport S.p.A. per 11,4 miliardi di lire; le indagini bancarie, eseguite anche in territorio estero (Lussemburgo e Confederazione Elvetica), d’intesa le Autorità Giudiziarie di quei Paesi, hanno evidenziato che la gran parte dell’incremento di valore è ritornato nella disponibilità dei proprietari della Salernitana. Decisivo, al riguardo, è stato il contributo fornito dal Desk italiano presso Eurojust per il riscontro delle rogatorie internazionali. In un altro caso, è stato acquisito dalla squadra granata con la stessa metodologia e i medesimi beneficiari un immobile al prezzo di 7,5 miliardi di lire da altra Srl italiana, la quale 6 giorni prima l’aveva acquistato per 800 milioni di lire da società riconducibile al presidente del sodalizio sportivo. In una ulteriore ipotesi, il medesimo avrebbe ricevuto dapprima 2 milioni 350 mila euro e successivamente 1 milione 700 mila euro dalla società granata quale rappresentante di una società lussemburghese che avrebbe curato il trasferimento di due calciatori elvetici (Rijat Shala e Slavina Dugic), mentre in realtà nel nostro ordinamento giuridico non è consentita a terzi la cessione di un atleta svincolato, quali erano i predetti calciatori; in definitiva, mancava qualsiasi presupposto di diritto per tali pagamenti; inoltre, uno dei due contratti non è stato mai depositato presso la Lega Professionisti Serie A e B. Altri fatti illeciti sono stati ricostruiti accanto a quelli fin qui descritti, tutti connotati dalla destinazione “privata” di fondi della Salernitana a beneficio dei suoi amministratori in assenza di causa lecita; complessivamente il fraudolento depauperamento della società ammonta a circa 13 milioni di euro. 19 le persone ritenute responsabili a vario titolo di ipotesi di reato, cioè a dire i membri del Consiglio di Amministrazione (9), i sindaci pro tempore (8) e i legali rappresentanti delle Srl italiane compiacenti nel passaggio degli immobili sopra descritti. Sono state, altresì, rilevate manovre elusive di annacquamento del capitale della società, con la supervalutazione del valore delle immobilizzazioni materiali iscritte alla loro reale consistenza per € 3.473.961,28 in tal modo esponendo nei bilanci – incluso quello fallimentare – un ammontare del capitale inidoneo ad assolvere la funzione di garanzia nei confronti dei terzi e dei creditori sociali, con conseguente irreversibile squilibrio patrimoniale e finanziario, determinando così un consolidamento dell’ingente debitoria fallimentare da cui è derivato il definitivo stato d’insolvenza.